Germania: una grande nazione al centro dell’Europa, un’economia un po’ in difficoltà ma sempre fondamentale per tutta Eurolandia (se non altro per il bacino di consumo dato da 80 milioni di cittadini con un reddito pro-capite elevato), un’immagine vincente in alcuni settori importanti, quali l’auto ma anche gli elettrodomestici, che permette ai prodotti tedeschi di essere leader sui mercati pur con prezzi elevati. Germania vuol dire anche tanti luoghi comuni: la cattiva cucina; la “serietà” della sua popolazione – e qui il primo errore è non tenere conto che “tedesco” significa molto poco, viste le differenze culturali, religiose, comportamentali che esistono tra un bavarese, un renano e un prussiano; lo scarso appeal turistico – la Germania è invece ricca di monumenti notevoli e opere d’arte anche in molti centri minori perchè, come in Italia, la mancanza fino a metà del XIX secolo di uno stato unitario ha favorito lo sviluppo culturale di tante “piccole capitali”; il cattivo clima.
In Italia in fatto di clima siamo abituati all’estate mediterranea foriera di lunghi periodi di bel tempo proprio nella stagione delle vacanze, ma anche di caldo afoso con contorno di stanchezza sul lavoro, di notti difficili per chi non ha l’aria condizionata, di malanni vari per chi ce l’ha ma ne abusa. In realtà nelle zone a clima temperato spesso l’estate non è una stagione secca, anzi prevalgono alle latitudini intermedie le estati piovose, come è anche logico visto che il calore è alla base dei moti convettivi. L’estate secca è tipica del clima mediterraneo che nel mondo si riscontra, oltre che sul mare che gli dà il nome, in poche altre aree: California meridionale, regione del Capo in Sudafrica, parte centrale della costa cilena, Australia sud-orientale. I tedeschi in estate scendono da noi, o in Spagna, a milioni per cercare la stabilità atmosferica che a casa loro manca ma, facendo un bilancio su base annua e considerando la latitudine già elevata, il clima della Germania non è poi tremendo.
In realtà vi sono diversi climi tedeschi, come è logico per un paese bagnato dal mare a nord, chiuso dalle Alpi a sud, aperto a ovest alle influenze oceaniche e a est ai venti freddi siberiani, che spesso si scontrano proprio sul suolo tedesco o invadono reciprocamente tutto il paese ma chiaramente incidono maggiormente le prime sul clima della parte ovest del paese, i secondi su quello della parte est.
Possiamo individuare 5 aree climatiche: 1) l’Altopiano bavarese, con clima continentale freddo in inverno, soggetto a improvvisi riscaldamenti per il foehn che scende dall’arco alpino; 2) la zona alpina; 3) l’ area Sassonia-Turingia-Brandeburgo, con clima continentale e freddo in inverno per la maggiore influenza delle masse d’aria provenienti dalle pianure russe; 4) la zona renana e del Baden Wurttemberg, continentale ma abbastanza influenzata dall’Atlantico; 5) le pianure del nord, ventose e soggette all’influenza marina, soprattutto nella parte occidentale.
L’altopiano bavarese si trova a una altitudine compresa tra i 350 e i 600 metri, alzandosi poi a sud nella catena alpina. Malgrado la latitudine meridionale in inverno è la zona più fredda della Germania; le masse d’aria più mite di provenienza atlantica raramente riescono a interessare questa regione, mentre molto più forte è l’impronta data dalle irruzioni di aria fredda da nord o da est. La presenza della catena alpina causa sovente in Baviera l’effetto stau: le masse d’aria fredda abbastanza umide, quindi più quelle artiche di provenienza nord-atlantica che quelle siberiane più secche, costrette a sollevamento forzato per ragioni orografiche, raffreddano ulteriormente per espansione fino a raggiungere il punto di saturazione con formazione di nubi e precipitazioni, in inverno frequentemente nevose. I venti da est apportano in genere invece freddo intenso ma più asciutto.
Quando le irruzioni fredde terminano l’aria fredda ristagna sull’altopiano bavarese e in queste fasi in inverno è facile raggiungere temperature minime fino a -15°/-20°, specie con suolo innevato; è un effetto “cuscinetto” simile a quello della Pianura Padana, con temperature però più basse perchè siamo a nord della catena alpina e facilmente qui giungono masse d’aria ancora più fredde di quelle che normalmente raggiungono la Pianura Padana. Altra similitudine con la Pianura Padana si ha nelle frequenti nebbie, in coincidenza con i periodi anticiclonici nel semestre freddo; anche in Baviera si ha infatti frequentemente inversione termica con accumulo di umidità, e di inquinanti, nei bassi strati.
Le somiglianze non finiscono qui, d’altronde siamo sul versante opposto della catena alpina e quindi gli effetti sono gli stessi, ma a parti invertite. Quando in Baviera c’è stau è facile che in Pianura Padana ci sia foehn, ma quando in pianura padana c’è scirocco, con effetto stau soprattutto sulle Prealpi, in Baviera c’è foehn, e che foehn!.
Il foehn in Baviera, e in generale sul versante nord delle Alpi, dà luogo a riscaldamenti ancora più bruschi di quelli già sensibili riscontrati sul versante padano. Quando una massa d’aria è costretta a risalire una catena montuosa si raffredda di ca. 1°C ogni 150 metri finché non è satura, poi l’inizio della condensazione, con liberazione del calore latente, riduce il raffreddamento. Quando l’aria arriva in cima, posto che abbia condensato quasi tutta la sua umidità, discende sul lato opposto riscaldandosi di circa 1°C ogni 100 metri. Lo scirocco che sale dall’Adriatico porta aria già calda in origine e umida, che si raffredda poco nella salita perché raggiunge presto il punto di condensazione, arrivando sulla sommità molto più calda dell’aria fredda e meno umida che crea lo stau sul versante nord e scende come foehn sul versante sud delle Alpi.
Proviamo a fare un esempio. Supponiamo che risalga da sud una massa d’aria a 15°C a 300 metri, che si raffreddi di 1°C ogni 150 metri, arrivando a 750 metri a 12°C, e che a 750 metri inizi a condensare raffreddandosi ora di 1°C ogni 240 metri, arrivando a 2300 metri, altitudine media delle Alpi orientali, a 5,5°C. Scaldandosi sul versante nord di 1°C ogni 100 metri arriverà ai 500 m di Monaco a 23,5°C! Ipotizziamo poi che una massa d’aria arrivi da nord a 10°C a 500 metri, inizi a salire raggiungendo il punto di condensazione a 1700 metri, quando si è raffreddata a 2°C, raggiunga la sommità a 2300 metri a -0,5°C; essa si ritrova ai 300 metri del fondovalle sul versante sud a 19,5°, meno dei 23,5° di cui sopra.
Pensiamo a un evento come quello descritto (i 23,5° a Monaco) a marzo/aprile, quando avvezioni di aria calda di questo tipo non sono insolite. E’ facile immaginare l’effetto “mangianeve” del foehn sulle montagne bavaresi e l’elevato pericolo di valanghe. Oltre che in primavera il foehn è frequente in autunno, non a caso la stagione delle grandi sciroccate con abbondanti piogge sul versante italiano delle Alpi; col foehn l’arco alpino si staglia nitido sullo sfondo meridionale della Baviera e provoca su molti un quadro morboso di irritabilità e spossatezza dovute alla forte modifica del campo elettrico.
Dicevamo delle influenze atlantiche sul clima bavarese, non frequenti ma importanti in quanto lo scorrimento di aria calda e umida sul cuscinetto freddo causa estese nevicate, che talvolta poi si trasformano in pioggia se le correnti occidentali insistono a lungo o sono accompagnate da venti tali da rimescolare l’aria e distruggere lo strato freddo.
In primavera il clima bavarese è molto variabile, oscillando fra episodi ancora invernali (non è rara la neve a Monaco in aprile) e anticipi d’estate, sia negli episodi di foehn sia nelle estensioni sul centro-Europa dell’alta subtropicale, con i moti discendenti che possono riscaldare fortemente l’aria per compressione; nella Pasqua del 2000 un episodio del genere portò le temperature massime sui 25°-26°C e a inizio maggio 2003 si sono toccati i 32°C a Monaco.
La variabilità caratterizza anche il clima estivo, che alterna periodi in cui predominano correnti fresche e perturbate da ovest / nordovest, con frequenti rovesci, spesso temporaleschi, e temperature piuttosto basse, ad altri in cui la campana protettiva dell’alta pressione delle Azzorre assicura tempo stabile e soleggiato, con massime che raggiungono con facilità i 30°C. Quando le due masse d’aria vengono a fronteggiarsi le variazioni climatiche possono essere molto rapide e sorprendenti; ricordo una calda giornata a Monaco nell’agosto 1999, in cui, visto il cielo sereno, si decise di cenare all’aperto in un Biergarten, ma nel giro di mezz’ora si addensarano nubi temporalesche e si scatenò una vera bufera, con fulmini, pioggia torrenziale e raffiche di vento.
L’11 agosto 1999 vi fu, forse lo ricordate, l’eclisse di sole e in Baviera essa fu totale; io ero là e ricordo quanto il tempo variabilissimo fece impazzire sia i meteorologi, che cercavano disperatamente di individuare dove l’eclisse sarebbe stata invisibile per le nuvole e dove no, sia chi, come noi, l’eclisse voleva vederla e cercava squarci di sereno fra un acquazzone e l’altro. Vicino ad Augsburg, dove eravamo, cinque minuti prima dell’eclisse totale pioveva, molta gente con vetrini, telecamere, fotocamere etc. si spostava come impazzita cercando di capire da che parte andavano gli squarci di azzurro tra le nuvole; infine un provvidenziale spazio di sereno si fece largo improvvisamente permettendoci di ammirare lo spettacolare fenomeno.
Riepilogando la Baviera meridionale ha temperature leggermente inferiori di quella settentrionale e piovosità superiore (l’effetto stau si fa sentire di più a ridosso delle montagne). A Monaco la temperatura media è -1,8° a gennaio (+2,8° a marzo, che è un mese di pieno inverno), +7,5° in aprile, +17,4° in luglio (+16,8° in agosto), +7,8° in ottobre (ma già +2,4° in novembre, con l’ingresso in grande stile dell’inverno). 7,7°C (tutti i valori termici sono espressi in °C) la media annua. Si contano 129 giorni di pioggia l’anno, con il massimo in giugno (14 giorni) e il minimo (9 giorni) in marzo e ottobre. Cadono 928 mm/anno, con massimo estivo (luglio 127 mm, giugno 123) e minimo invernale (febbraio 43 mm, gennaio 49).
A Norimberga abbiamo -0,7° a gennaio (+3,9° a marzo), +8° in aprile, +18,2° in luglio, +8,8° in ottobre (media annua 8,7°); i giorni di pioggia sono 112, con minimo di 7 in ottobre e massimo di 10 in tutti i mesi estivi e in dicembre/gennaio.
Nella zona alpina naturalmente le temperature calano con l’altitudine. Garmisch, a 720 metri, è di circa 1°C più fredda di Monaco, rispetto alla quale è ulteriormente più piovosa (e nevosa in inverno); giusto sopra Garmisch la vetta della Zugspitze (m 2964, “tetto” della Germania) ospita un osservatorio meteo. E’ anche una meta turistica molto, forse troppo, frequentata visto che la si può raggiungere salendo da Garmisch prima col trenino poi con la funivia. Le temperature medie sono -11,5°C in febbraio (-11,1° in gennaio) e +2,2° in luglio e agosto (media annua -4,7°). Come sempre però in alta quota vi sono, in tutte le stagioni, fortissime variazioni termiche in caso di avvezioni calde o fredde. Personalmente mi capitò di arrivare a Monaco di Baviera un freddo (+12°) e piovoso pomeriggio di inizio luglio 1996 in occasione di una situazione con neve 3-400 metri sopra il Brennero, e il Televideo tedesco segnalava -5° sulla Zugspitze. Viceversa nel gennaio 1998 ero in una nebbiosa Vienna in occasione di una invasione calda subtropicale; in Hotel c’era anche la TV tedesca secondo la quale la temperatura sulla Zugspitze arrivò a +4°, mentre Monaco e Vienna, con l’inversione termica, non superavano i +2°.
Neuschwanstein, il fiabesco castello costruito da Ludwig II, è il monumento più visitato della Germania e le sue forme bizzarre colpiscono soprattutto i bambini (anche il mio ne volle una foto ingrandita nella sua cameretta). La posizione in cima a un cucuzzolo boscoso, ai piedi di monti ben più elevati ma con vista splendida sul vicino altopiano, lo rendono molto suggestivo quando è innevato, e in questa veste appare spesso in poster e puzzles. Ma se così lo volete vedere fate attenzione: la quota non è elevata quindi conviene prima verificare se la zona è innevata perché anche in pieno inverno la cosa è probabile ma affatto certa.
Non c’è molto altro da dire sul clima della stretta fascia alpina della Germania, visto che del foehn abbiamo già parlato; interessante caso mai è rilevare come nella fascia subalpina i numerosi laghi creino delle zone microclimatiche più miti delle aree circostanti.
Nella seconda parte parleremo del clima delle altre regioni tedesche.