Ritrovarsi qui per discutere sempre delle stesse configurazioni bariche, anche nella fase estrema di una primavera ormai giunta al termine, può risultare noioso e ripetitivo.
In ogni caso la situazione, nelle grandi linee e rivisitata sul medio/lungo termine, ci ripropone questo “estenuante” percorso ciclico.
L’aspetto, ormai a molti noto, che caratterizza il tempo da diversi mesi a questa parte è dovuto a questa “iperattività” dell’HP atlantico, che dopo brevi pause di “riflessione”, riporta i suoi geopotenziali troppo a nord e ben oltre l’Islanda, puntando decisamente verso il Circolo Polare Artico.
Naturalmente ne consegue, per altrettanta logica delle oscillazioni NAO, un profondo cavo d’onda immediatamente ad est della “dorsale” anticiclonica ed in direzione dell’Europa centro meridionale.
Non siamo quindi, direi nella maniera più assoluta, nella piena “regolarità” stagionale.
L’estate, meglio il periodo che stiamo interfacciando, non dovrebbe più mostrare un Vortice Polare così attivo, né tanto meno, un anticiclone così “ardito”.
Queste continue ed ampie oscillazioni, riscontrabili anche nelle correnti ad alta quota (Jet Streams), non possono che provocare delle “profonde gole” depressionarie , dirette con asse N/S, e che inevitabilmente penalizzano ogni rimonta, dell'”antagonista” per eccellenza, HP di matrice basso mediterranea: sub tropicale.
Continue infiltrazioni fredde in quota, dovute a questa particolare configurazione, che si spingono oltre il bacino centro meridionale del nostro Mare, non fanno altro che neutralizzare i tentativi di “crescita” della detta cellula altopressoria. Cellula che trova “rifugio” ove queste “infiltrazioni ” non riescono ad insinuarsi.
Naturale, quindi, che la risposta “sub tropicale”, onda termica calda e stabilizzante, si spinga, consolidandosi di giorno in giorno, verso il medio oriente ed in direzione dell’Europa orientale (Russia europea più orientale).
Siamo, per coloro che temono un ritorno dell’estate 2003 (a mio parere irripetibile nei prossimi anni), in una situazione opposta che vede uno spostamento di tutta la struttura “calda e stabile” di qualche migliaio di chilometri più ad est. Tutto ciò sta arrecando una marcata “anomalia” termica nella Russia europea più orientale.
Il “bersaglio” non pare voglia ubicarsi, al momento, nel Mediterraneo.