Il flusso atlantico torna a disturbare leggermente l’Arco Alpino, con una perturbazione temporalesca che andrà ad interessare più direttamente i versanti esteri svizzeri e francesi. L’aria umida, che precede l’avvicinamento dell’impulso instabile, ha portato parziali annuvolamenti fin dalla mattinata tra Piemonte e Val d’Aosta.
In queste ore pomeridiane un nucleo temporalesco principale si va avvicinando alle Alpi Svizzere, mentre una moderata cumulogenesi interessa buona parte della cerchia alpina centro-occidentale, ma con attività temporalesca al momento relegata fuori dai nostri confini.
Una parziale flessione barica in quota sta pertanto interessando le regioni alpine, sotto il lento incedere verso est di una debole saccatura ciclonica che, dal Golfo di Biscaglia, prova a spostare il proprio raggio d’azione verso la Germania.
Il muro dell’Alta Pressione sul Mediterraneo fungerà da barriera insormontabile per questo nuovo tentativo di sfondamento del flusso instabile atlantico. Il leggero cedimento lungo le Alpi non sarà così netto da permettere incursioni perturbate di rilievo, in modo che il grosso dell’instabilità transiterà in pieno Continente Europeo.
Il peggioramento previsto per le prossime ore interesserà quindi solo marginalmente i nostri versanti alpini centro-occidentali, con i fenomeni più cospicui attesi lungo la parte montuosa svizzera e francese ed aree italiane confinanti col Canton Ticino. Il veloce blitz d’aria più umida ed instabile lascerà deboli strascichi nella giornata di domani sulle Alpi del Triveneto.
Sul resto del Paese domina una solida figura di Alta Pressione dalle caratteristiche ibride, in quanto in quota è supportata da una decisa componente sub-tropicale di matrice nord-africana, la quale sospinge masse d’aria molto calde (zero termico diffusamente sopra i 5000 metri sul Sud ed Isole), che inibiscono ogni potenzialità convettiva (formazioni nuvolose cumuliformi) derivante dal riscaldamento diurno.
L’aria decisamente calda in quota (a partire dai 3000 metri d’altezza) si sovrappone con masse d’aria decisamente più temperate nei medi-bassi strati, con una debole circolazione settentrionale, ancora più attiva sui bacini meridionali, derivante da un moderato gradiente barico rispetto a un relativo minimo depressionario posto sull’Egeo.
Questa circolazione settentrionale ha il merito di mantenere a bada le temperature, che ancora faticano a salire sui valori molto alti toccati nelle precedenti onde calde, con il culmine nella giornata di Ferragosto al Sud. Le punte più alte sfiorano i 35 gradi sulle zone interne del Lazio ed in Sardegna; l’Isola è la regione più vicina ad una moderata avvezione calda richiamata dall’Algeria verso le Baleari ed il Mediterraneo Occidentale.
In una tale situazione, destinata a protrarsi nei prossimi giorni, la forte stabilità rappresenta il principale connotato dello scenario meteo su tutto il Centro-Sud. Gli elevati geopotenziali, annessi ad aria molto calda alle quote superiori dell’atmosfera e masse d’aria proporzionalmente più temperate nei bassi strati, sono una garanzia di cieli sereni e scarsissima attività cumuliforme, con temperature non così eccessivamente alte.