Il mese di marzo, almeno finora, non aveva destato grosse preoccupazioni per le colture in pieno campo. Le condizioni meteo-climatiche s’erano mostrate tali da favorire addirittura un’anticipazione nel ciclo biologico di molte specie agricolo-forestali. Un andamento che potremmo definire fuori norma, specie dal punto di vista termico.
I valori massimi si sono attestati ben al di sopra delle medie stagionali, sforando diffusamente i 20 gradi. Un range termico tipico di fine aprile inizio maggio. Tuttavia molte delle nostre regioni tirreniche registravano precipitazioni in linea o al di sopra della media. Condizioni non certo allarmanti, che hanno portato allo svolgimento delle normali operazioni colturali di pieno campo.
Sappiamo difatti che in questo periodo vengono preparati i letti di semina per le colture a maturazione primaverile-estiva e che il terreno necessita di particolari condizioni di umidità affinché le macchine possano operare senza alcun tipo d’ostacolo. Una condizioni che viene definita ideale e che prende il nome di “tempera”.
Ora, invece, siamo alle prese con un brusco cambiamento del tempo, in atto da circa 24 ore. Aria Artico-Marittima si è gettata nel Mediterraneo, scavando una profonda depressione in prossimità del Mar Ligure. Un minimo barico particolarmente profondo, in progressivo movimento verso Sudest. Il suo passaggio porta condizioni di tempo instabile-perturbato, mentre l’aria fredda fluisce prevalentemente dai quadranti Nord occidentali con forti venti di maestrale sui bacini di Ponente.
Raffiche che possono rivelarsi particolarmente pericolose nelle aree maggiormente esposte, laddove potrebbero causare dei danni meccanici alle piante per rottura di rami od allettamento delle specie erbacee. Al seguito vi sono delle nevicate che si portano a quote decisamente basse e l’accumulo in zone collinari potrebbe dar vita a delle rotture degli organi legnosi delle piante.
Altro aspetto negativo è rappresentato dal drastico calo delle temperature minime, il quale dovrebbe portare estese e diffuse gelate in pianure e valli un po’ su tutto lo Stivale. Il congelamento dei tessuti porta di conseguenze alla formazione del ghiaccio all’interno delle strutture cellulari della pianta, con conseguente morte, o necrosi, delle parti verdi. Una sorta di disseccamento ben visibile ad occhio nudo.
Sarà bene pertanto prestare particolare attenzione nel corso dei prossimi giorni e mettere in atto le necessarie contromisure onde evitare dei danni che potrebbero poi risultare irreparabili. Con conseguenti future perdite di produzione.