Ampiamente previsto da circa venti giorni, quando le prime proiezioni proponevano aria artica a cavallo di metà mese, è arrivato il colpo di coda invernale. Il cambio è stato repentino e nel giro di poche ore ci ha fatto tornare indietro di mesi, cioè, dal clima tipico di fine aprile al freddo tipico di inizio febbraio, certo questo evento non ci ridarà indietro quello che l’inverno non ha saputo darci, molto probabilmente sarà più un danno che un beneficio, ma veder nevicare in pianura quando 48 ore prima i termometri salivano tranquillamente a 20° è un fatto eccezionale e di rara bellezza meteorologicamente parlando.
Andiamo con ordine e facciamo partire il nostro flash-back da domenica 18 marzo, i termometri stavano ancorati ai 20°, il clima era mite ma la pressione è calata fino a scendere sotto i 1000 hPa, il sole ha fatto comunque capolino e la classica gita fuori porta è stata garantita, dell’aria fredda prevista neanche una traccia.
Lunedì è cominciato con una temperatura minima alta in tutta la regione, mentre la pressione è scesa sotto i 983 hPa, la giornata è stata meno mite rispetto ai giorni precedenti ma nonostante la nuvolosità le massime hanno raggiunto i 17°. Al pomeriggio vi sono state le prime precipitazioni e la temperatura è calata di colpo a 10° verso il tardo pomeriggio, l’aria fredda ha cominciato a fare il suo ingresso con venti di libeccio abbastanza forti con raffiche a 30 km/h.
Dopo una stasi termica l’aria fredda ha valicato le Alpi e il vento da libeccio è girato a bora e gli effetti sono stati immediati.
Tutte le località della regione, indipendentemente dalle precipitazioni, hanno avuto un calo termico repentino dell’ordine dei 5/7° in mezzora; i venti di bora hanno soffiato più intensi rispetto al libeccio, le raffiche hanno sfiorato i 50 Km/h nell’entroterra e superato i 60 Km/h sulla costa.
Un nucleo precipitativo è avanzato da NE portando la neve anche in alcune località delle pianure trevigiane e veneziane e alcune località dei Colli Euganei, ma il bello doveva ancora arrivare…
Durante la notte sono cadute cospicue precipitazioni, piovose in pianura e nevose sulle Dolomiti, con accumuli di 25/50 cm, la neve si è abbassata ulteriormente di quota con il passare delle ore.
Al mattino l’entrata franca dell’aria fredda ha premiato il basso Veneto, le precipitazioni sono continuate fino alle 11, la neve ha fatto la sua comparsa in tutta la pianura ma le uniche zone con accumulo sono state Polesine (e limitrofi) e i Colli Euganei, segnalazioni di accumulo sono arrivate da Castelbaldo (PD), Lendinara, Polesella (RO), accumuli pure sul Monte Venda (601m) e Monte Cero (415m) con vere e proprie bufere di neve che hanno imbiancato dai 100 metri in su, sopra i 200 metri la temperatura era addirittura negativa. Polesella in pole position con 6 cm di accumulo.
In pianura la temperatura è rimasta positiva sempre, nel momento di maggior rovesciamento dell’aria fredda i termometri non sono mai scesi sotto 1° se non in alcune località palesane.
Dopo una piccola tregua qualche nucleo precipitativo è rientrato da NE portando delle brevi ma moderate piogge che sono subito scemate, mentre il tardo pomeriggio è stato meteorologicamente tranquillo per poi finire la nottata con le stelle e una brezza frizzantina che ha dato la sensazione di essere in pieno inverno.
Perché le precipitazioni hanno avuto intensità locale? Per motivi di termocovezione principalmente, il peggioramento è stato dato da diversi nuclei freddi che sono entrati da NE, premiando il Basso veneto meno protetto orograficamente, e perché appunto la caratteristica di questo tipo di eventi colpisce varie località a macchia di leopardo: ecco ad esempio che Castelbaldo e Merlara che distano tra loro 2 Km in linea d’aria hanno visto l’una 2/3 cm di accumulo e l’altra 0 cm
Dati in rilievo
Riporto qui sotto alcuni valori significativi del peggioramento trascorso.
Bresega è passata da una massima di 20.6° registrata il 18 a 7.1° di ieri, in generale si può dire che i termometri non sono saliti sopra i 10° ieri e che il calo termico in generale è stato tra 11 e 13°
Alcune località della costa e dell’entroterra hanno avuto raffiche di vento superiori ai 60 km/h:
Chioggia 64.4, Rosolina 62.7 e Rovigo 67.0, raffiche in Km/h registrate lunedì 19; ieri (martedì) notevoli i 69.2 Km/h di Chioggia. Sfiorati i 50 Km/h anche nelle pianure centro meridionali.
Valori di pressione eccezionalmente bassi, citiamo i 981.3 hPa di Bresega il 19 e i 980.6 hPa di Chioggia il 20.
Precipitazioni cospicue nel Basso Veneto il 20, Chioggia 22.9, Bresega 22.9 e Merlara 27.3, precipitazioni deboli o assenti nell’alta pianura.
In conclusione
Finalmente è stato spezzato il regime di temperature sopra la media che regnava incontrastato da 6 mesi, il colpo però è stato duro, sia per la stagione avanzata sia per il brusco calo che è stato percepito molto di più dal nostro corpo oramai acclimatato nella piena primavera. C’è da dire che il mese non ritornerà né in media termica né in media pluviometrica, oltretutto c’è da dire che non vi è stata nessuna restituzione di quello che l’inverno ci ha tolto ma che comunque abbiamo vissuto un grande evento a solo un anno di distanza dal 12 marzo 2006, che già a suo tempo sembrò eccezionale.