Da più parti si parla di Sardegna ad imminente rischio nubifragi, ma nessun modello matematico di previsione è in grado di dare l’esatta quantità di pioggia che potrà cadere in certe località dell’Isola. In questo articolo, cercherò di dare alcuni chiarimenti alle diverse inesattezze diffuse.
Quella che si prospetta è probabilmente una situazione a pericolo alluvionale, ma anche qui è necessario spiegare il valore di questa parola. Inoltre questo approfondimento, non deve essere inteso come allerta meteorologica.
Se per alcune località italiane la caduta di 100 mm di pioggia in 24 possono essere causa di disastri, nelle località sarde soggette ad alluvioni lampo, queste precipitazioni rientrano nella norma, quando soffia il vento di Scirocco.
Dai dati resi disponibili dalla rete di rilevamento del Servizio Idrografico della Regione Sardegna, che vanta oltre 300 pluviometri, le zone maggiormente interessate dal fenomeno sono quelle tra Est e Sud Est del Massiccio del Gennargentu e la zona a Sud Ovest di Cagliari.
In questo quadrante sono stati rilevati nel trentennio 1920/1950 oltre 30 giorni con picchi di 100/150 mm/24 ore, con punte estreme, in vari eventi, di oltre 500 mm in 24/h, ma persino di oltre 1000/1500 in tre giorni.
Le piogge sciroccali di fine marzo 2004 avevano causato nella zona la caduta di 100/150 mm in 24 ore. Quelle del 28 febbraio 2003 anche oltre 200, ma su un territorio vasto più del Molise ben oltre 100 mm di pioggia.
Si tratta di una massa d’acqua immensa, stimabile in circa 500.000 di milioni di litri d’acqua.
Piogge così intense possono interessare anche il settore orientale del Sulcis, ovvero la zona a sud ovest di Cagliari, oppure spingersi sino alla città di Nuoro, a tutta la Gallura orientale.
Un’area urbana a grave rischio è Olbia. La città sorge su una pianura di origine alluvionale ed è attraversata da diversi canali. Quando in poche ore cadono 100/120 mm di pioggia, i canali esondano allagando temporaneamente parte della città. I disagi sono ormai contenuti, in quanto ampie opere di salvaguardia sono state eseguite per riparare ai danni fatti nel passato.
Le piogge torrenziali della regione orientale della Sardegna, possono essere causa di disagi per il traffico, in tali circostanza è meglio non mettersi in viaggio, ma qui il territorio, non attaccato dall’urbanizzazione selvaggia, sopporta bene questi eventi piovosi estremi, che possono essere paragonati alle piogge di tipo monsonico.
Si parla anche di rischio vento. Lo Scirocco è un vento furioso, può ampiamente superare i 100 km/h e produrre notevoli mareggiate, ma anche danni alle strutture. Questo vento può essere violento, ma mai quanto lo è il Maestrale.
Va detto che esiste una situazione a rischio nubifragi, ma prevedere alluvioni non è possibile. Servirebbe un monitoraggio del territorio con un’adeguata rete radar e soprattutto la messa in linea dei dati pluviometrici in tempo reale.
Nei primi di novembre del 1999, un’alluvione lampo interesso la zona a sud est del Gennargentu, il settore orientale del Sulcis, ma i maggiori danni si ebbero appena a nord ovest di Cagliari, dove i pluviometri della stazione meteo dell’Aeronautica Militare di Decimomannu e quelli del SAR, misurarono oltre 380 mm, di cui quasi 250 in poche ore.
Questa zona, stranamente, probabilmente per un “gioco di correnti”, risulta essere assai vulnerabile a queste piogge, dato che anche in passato si sono avuti eventi simili.
Suggeriamo la lettura di un approfondito reportage, in inglese, ma vi sono varie mappe e diagrammi, realizzato dal SAR.
Il link è questo
www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/meteosat/prec12-13nov1999_eng.html#p1