Il cambiamento del clima determina un incremento di fenomeni meteorologici estremi. Se questo in passato era una previsione, ora è invece la realtà. Ciò lo stiamo osservando anche in Italia, dove a cicli frequenti e anche negli ultimi mesi si stanno susseguendo eventi meteo estremi.
Dal caldo invernale alle ondate di freddo primaverili con neve fin quasi in pianura, poi temporali prevalentemente grandinigeni, nubifragi, persino trombe d’aria. Aree cicloniche esplosive, vento tempestoso, da abbattere alberi e costituire un serio pericolo.
C’è preoccupazione in merito all’evoluzione che stiamo vivendo in questo scorcio di tarda primavera, con il caldo esageratamente eccessivo e addirittura da record al Sud Italia. Masse d’aria così roventi potrebbero essere la scintilla per determinare fenomeni violenti al primo sbuffo freddo.
A proposito di eventi meteo estremi primaverili, il riscaldamento climatico è fre le cause di episodi temporaleschi sempre più precoci, che spesso culminano in grandine anche dannosa già fra marzo aprile. La grandine a maggio, poi può raggiungere dimensioni ragguardevoli.
Ad inizio maggio 2013 caddero chicchi enormi in Val Padana, in un’ampia area tra l’Emilia e il veronese a causa di una violenta supercella temporalesca da cui si innescarono persino 3 tornado. Ci si chiede, ma in passato questi eventi succedevano, oppure si manifestano solo nei tempi recenti?
Le grandinate sono divenute più frequenti man mano anno per anno, queste si sono manifestate con distribuzione irregolare laddove ci sono state situazioni favorevoli a precipitazioni, non di certo dove ha prevalso l’alta pressione.
Ad esempio, nell’Europa centrale, territorio bersagliato ogni anno da migliaia di grandinate, nell’Estate 2018 ha visto un sensibile calo dei fenomeni, ma la stagione 2018 è stata tra più secche degli ultimi decenni. Al contrario, sulla Penisola Iberica l’estate 2018 è stata da record per la grandine.
Nell’estate 2019 il quadro è mutato e così non sono mancate grandinate importanti sull’Europa Centrale a giugno, dove è stata bersagliata anche l’area di Monaco di Baviera. Poi c’è stata l’Italia, con la grandinata record impressionante a Pescara e località limitrofe costiere.
È molto complesso catalogare le grandinate, ma da numerosi studi al riguardo sono in aumento, e lo sono in particolare quelle con i chicchi di maggiori dimensioni, quelli che procurano danni alle cose e all’agricoltura. Sempre più esposte a danni risultano anche le automobili.
Non c’è comunque da allarmarsi e non siamo dinanzi a nulla di mai visto: i cambiamenti climatici sono una realtà, e da più parti si ha coscienza che qualcosa si può fare per ridurne la loro origine, come abbiamo visto nel pieno del lockdown mondiale collegato al coronavirus.