Detto che l’estensione del ghiaccio artico ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 10 anni, nel corso del fine settimana è accaduto qualcosa di insolito che lascia presagire un anticipo della stagione di fusione. Una vasta bassa pressione, molto profonda, incentrata sulla Scandinavia ma propagatasi verso il Mare di Barents ha innescato un vigoroso richiamo di aria più calda verso l’arcipelago di Novaya Zemlya e il mare di Kara. Di contro, aria molto fredda scivolava lungo il lato occidentale dirigendosi verso l’Islanda e la Scandinavia.
La risalita d’aria calda avveniva tramite un flusso meridionale che dall’Europa orientale si estendeva al Circolo Polare Artico.
Le temperature si sono avvicinate parecchio allo zero, il che è assolutamente insolito per questa regione in questo periodo dell’anno. Tra l’altro dovrebbe trattarsi di un evento destinato a durare più giorni, l’aria più calda continuerà a spostarsi verso est attraverso l’arcipelago di Severnaya Zemlya, nel Mare di Laptev. Lungo il percorso si raffredderà lentamente, ma non abbastanza da riportare le temperature alla normalità.
Stiamo parlando di anomalie pazzesche, che sopra l’Oceano Artico orientale supereranno 20°C! Tenete conto che in quelle regioni in questo periodo i termometri dovrebbero oscillare da -35°C a -25°C, quindi se parliamo di valori compresi tra -4°C e 0°C il termine caldo ci sta assolutamente.
L’evento influenzerà, ovviamente, il ghiaccio marino nella regione. Le previsioni sull’estensione del ghiaccio marino indicano un graduale arresto dell’estensione dal Mare di Kara verso est.
Nel complesso, il ghiaccio marino artico è attualmente stagnante, non cresce e non fonde mentre invece dovrebbe continuare a formarsi. L’intrusione di aria più calda non fonderà più ghiaccio perché le temperature rimarranno sotto lo zero, ma ostacolerà l’ulteriore espansione. In effetti la concentrazione è leggermente calata nel Mare di Kara e verso ovest, sulla costa della Russia. Concentrazioni più basse possono facilitare una fusione più rapida durante tali eventi di riscaldamento. Se dovessero seguire nuove ondate di “caldo” potrebbe significare un inizio anticipato della stagione di fusione del ghiaccio (che di solito comincia a fine marzo).