Dall’immagine del satellite, rielaborata graficamente, si può desumere quanto evidente sia la spinta che, la suddetta figura altopressoria, sta “producendo” nel tentativo di agganciare altra figura di Hp in affermazione sui Paesi finnici.
In sede mediterranea si nota una depressione chiusa che è frutto di un groppo freddo che dalla Francia si è spinto sino al Mediterraneo centro occidentale, contrastando con dell’aria più calda/mite preesistente in loco.
Dall’analisi di questa configurazione “antioraria” si potrebbe dire che essa sia incline ad assumere le caratteristiche di una goccia fredda.
Lo stesso fronte che si è spezzato in due tronconi, uno dei quali ora si trova a ridosso della Germania occidentale, data la spinta dinamica dell’ anticiclone verso NE, ha assunto le peculiarità di un fronte freddo.
L’approfondimento della ciclogenesi tirrenica e relativo suo spostamento verso WSW, alimentata da aria più fredda che da domani inizierà a sopraggiungere sulla nostra Penisola attraverso la “porta della bora” (cfr. elaborazione grafica), inizierà ad interagire in sede Mediterranea causando un spiccata instabilità accompagnata da un sensibile calo termico, dapprima sulle regioni nord orientali ed a seguire su quelle centrali adriatiche e tirreniche.
Precipitazioni che prevalentemente si presenteranno a carattere temporalesco, data la marcata divergenza termica delle due masse d’aria in contrasto, e potrebbero, nelle zone interne centrali e a quote superiori a 1100/1200 mt, nella giornata del 25 c.m., presentarsi a carattere nevoso.
Da questo fermo “immagine” (fotografia statica dell’atmosfera) si potrebbe azzardare, in correlazione alle emissioni matematiche circa il prossimo futuro, una situazione di argine alle correnti medio atlantiche e relativo consolidamento, attraverso un solido ponte, dell’ anticiclone azzorriano, sorretto da una buona base sub tropicale, con il “cugino” nordico.
Siamo passati , quindi, dall’esame di “nowcasting”, ad una proiezione puramente previsionale; ove non si riescono a rintracciare ancora gli elementi identificativi di una “chiara” stabilità atmosferica, certamente più consona per una ultima decade del mese di aprile/inizi maggio.
Certo, e qui mi sembra inutile ripeterlo, che la stagione di transizione mostra sovente questi aspetti; ma non rintracciare ancora delle configurazioni “più adatte” (consone) riduce in maniera sensibile “l’aggettivo primaverile”.
Al momento non si intravedono, nel medio termine, dei cambiamenti significativi e “l’impronta”, circa il tempo che farà, sembra essere caratterizzata da una persistente situazione di: “fresche avvezioni”.