Nelle carte meteo che era possibile visualizzare circa una settimana fa, proprio nelle proiezioni per questi giorni in corso si stavano aprendo degli scenari meteo potenzialmente molto interessanti per l’Europa centro-settentrionale, e in una certa misura anche per l’area Mediterranea e la stessa nostra Penisola.
Scenari scoppiettanti, e indicativi di una possibile interferenza di correnti gelide di orgine Artico Russa, per un finale d’inverno che poteva realmente avere motivi per farsi ricordare, in considerazione di tutta la restante parte della stagione fallimentare, e costantemente poco consona alle caratteristiche stagionali.
Come noto, poi, tali proiezioni modellistiche, sia pur non ad eccessiva distanza previsionale, sono state complessivamente stravolte entro lo scorso week-end, ed il risultato evidente è quello attualmente in atto, ovvero un robusto scontro fra i protagonisti della scena barica senza nessun vincitore al momento, ma con la prospettiva di una nuova espansione del respiro oceanico sia verso l’Europa che verso il Mediterraneo.
Attualmente infatti il freddo continua a dominare scena sul nord Europa, in particolare sul settore nord-orientale del Continente, ove permane un flusso d’aria gelida artico-continentale dalla Russia, pilotata nei bassi strati dalla presenza dell’Alta Pressione termica, col cuore nel nord della Penisola Scandinava.
E v’è una forte differenziazione rispetto all’Europa centro-meridionale ed occidentale, ove le condizioni termiche sono nettamente differenti per l’azione di correnti oceaniche che non superano al momento il muro di blocco imposto dall’Alta Pressione, ma clima fortemente mite anche sul Mediterraneo centro-occidentale, ove abbiamo una sorta di palude barica
L’espansione di tale figura Anticiclonica verso S/SE, come già anticipato nei giorni passati, costringerà tale lago d’aria gelida a proporsi maggiormente a meridione, inglobando così maggiormente gran parte dell’area orientale del Continente, con particolare riferimento all’area del Mar Nero ove stanno già giungendo progressivamente i primi significativi refoli d’aria molto fredda.
Per quanto concerne il settore centrale del Mediterraneo, lo scontro fra masse d’aria a livello Europeo determina una consequenziale stagnazione barica, senza nessuna figura predominante, dal momento che anche l’Alta Pressione sub-oceanica non riesce a infilarsi con decisione verso il sud dell’Europa. Persiste infatti un regime di pressioni mediamente livellate a tutte le quote.
Da tale quadro non può che determinarsi una situazione meteorologica debolmente instabile, con le nubi a dominare lo scenario su gran parte delle nostre regioni, associate a fenomeni isolati e sparsi, che in qualche zona possono risultare anche moderatamente insistenti, ed è il caso dei settori del medio-alto tirreno e del nord Sardegna maggiormente interessate quest’oggi come ieri.
Peraltro, profittando della palude barica in atto sul cuore del Mediterraneo, si osserva un’ulteriore insidia, peraltro già annunciata ieri: un vortice in cut-off è risalito dal cuore dell’entroterra algerino per posizionarsi nel mar Libico.
Non trovando significativa altopressoria, il vortice è giunto vivo sul basso Mediterraneo, da notare che le nubi associate al ramo occluso del fronte hanno raggiunto gran parte delle regioni meridionali, con previsto breve nelle prossime ore nelle zone estreme ioniche.
Lo sbocco di questa situazione un po’ bloccata sarà ancora una volta operata dalle correnti oceaniche, che troveranno nuova linfa vitale per riproporsi con decisione sul Mediterraneo, ma anche sull’Europa contribuendo a relegare sempre più verso est nord/est l’influenza d’aria gelida artico-continentale.
La riproposizione dello schema zonale moderatamente ondulatorio porterà sull’Italia a un primo passaggio perturbato fra domenica e lunedì, con peggioramento maggiormente attivo sulle regioni centro-settentrionali. La settimana potrebbe poi proseguire con una pausa interciclonica, caratterizzata da un’onda altopressoria associata a un ulteriore rialzo termico che potrebbe aprire lo scenario della primavera meteorologica 2007.