Bisogna anzitutto distinguere i segnali naturali del cambiamento climatico da quelli puramente stagionali.
E’ vero che la tendenza a fioriture precoci, oppure all’anticipo della data delle migrazioni, calcolate su di un periodo lungo di anni, mostra veramente tendenze naturali al riscaldamento della stagione primaverile.
Come, del resto, uno spostamento verso sud della zona di migrazione dei merluzzi annunciò un progressivo raffreddamento in atto tra gli anni ’60 e ’70.
Un altro importante segnale, adatto alla ricostruzione delle serie climatiche passate, è costituito dalle date delle vendemmie.
Se le vendemmie venivano effettuate molto in anticipo sulla data media normale calcolata nell’arco di Secoli, è molto probabile che quel periodo fosse decisamente più caldo della norma, o viceversa.
Tutto questo, però, è valido su lunghi periodi di tempo.
Ed i cosiddetti “segnali naturali”, che “predicono” la mitezza o la rigidezza di una certa stagione?
Quest’anno c’erano molti di questi “segnali”, che indicavano una stagione invernale decisamente mite, dalle fioriture in mesi freddi alla vegetazione avanti di mesi.
Ma, attenzione, tali segnali possono essere molto ingannevoli!
Tutti ricordano la stagione invernale 1955-56: ebbene, il grande freddo del mese di Febbraio fece danni enormi in quanto le colture erano già avanti di un mese o due dopo una prima parte dell’inverno che fu mitissima.
In particolare gli olivi furono colpiti dal gelo in quanto erano già in fase vegetativa con almeno due mesi di anticipo.
Nel 1973 le chiocciole andarono in letargo, ai primi di novembre, ad una profondità insolita, oltre mezzo metro anziché i normali 20 cm.
Il fatto fu interpretato dai Naturalisti come un “segnale” di una stagione invernale rigidissima.
Tra la fine di novembre ed i primi giorni di dicembre una consistente ondata di freddo colpì la nostra Penisola, ma il resto della stagione fu mitissima.
Lo stesso fatto si ripeté anche a novembre del 1988, con i soliti allarmi di un inverno rigido per il letargo in profondità delle chiocciole.
Anche in questo caso, una vigorosa ondata di freddo precoce sembrava presagire un inverno rigidissimo che non ci fu.
E che dire dei numerosi casi di gelate tardive, che sopraggiungono spesso dopo un inverno mite, e che mettono a serio repentaglio una vegetazione già avanti con la stagione, e “tratta in inganno” dal caldo precoce?
Purtroppo anche la Natura spesso si lascia ingannare dai capricci dell’atmosfera, ed i “segnali” naturali, che annunciano una prossima stagione rigida oppure mite, non sono purtroppo molto attendibili.