Siamo in un periodo dal meteo particolarmente turbolento e assai di rado nella storia recente d’Italia sono capitati così tanti eventi severi tutti insieme.
Ad un solo anno di distanza dalla terribile tempesta Vaia, ecco che un nuovo autunno turbolento sta interessando le nostre regioni. Piogge, temporali, tempeste di vento, mareggiate stese, gravi danni, alluvioni, alte maree: sembra un bollettino da battaglia ma in realtà è lo stato attuale del tempo.
Tutto questa estremizzazione meteo è dovuta ai cambiamenti climatici?
La risposta non è univoca, poiché episodi di violente tempeste sono sempre accaduti anche in periodi dove le concentrazioni di anidride carbonica erano molto inferiori a quelle di questi tempi.
Il problema però è che se da un lato un tempo non esistevano degli strumenti per monitorare gli eventi meteo estremi, da quell’altro pare indubitabile che negli ultimi decenni ci sia stato un repentino aumento di tali episodi.
Oltretutto, il problema sostanziale è che le attività umane sono molto fragili e subiscono in maniera netta i cambiamenti del tempo. Se poi ci mettiamo la cementificazione selvaggia, l’aumento imperterrito di industrie ed edifici (che hanno tolto spazio alle pianure e ai terreni fertili) e tutte le aree dove sono stati tombati fiumi e torrenti, allora si capisce bene l’entità del problema.