Ripercorriamo rapidamente quanto accaduto nell’ultimo mese. E’ stato un percorso meteo climatico a dir poco tortuoso che ci rammenta quanto le condizioni meteorologiche europee possano essere estreme.
Primo del nuovo millennio in pochi avrebbero immaginato uno stravolgimento di questa natura. C’è chi non sarà d’accordo ma è inutile nascondersi dietro a un dito: anomalie così prununciate e persistenti non se ne vedevano. Capitava, certo, ma raramente duravano così tanto.
Prendete maggio: freddo e piovoso. Soprattutto freddo, perché a stupire sono state le temperature. Nella piena maturità primaverile abbiamo avuto temperature tipiche dei mesi invernali. Difatti non è mancata la neve, a bassissima quota. Non stiamo parlando soltanto d’Italia, stiamo parlando di ampie aree dell’Europa centro orientale e settentrionale.
In quei giorni ci stavamo già preoccupando, in qualche modo stavamo mettendo le mani avanti perché eravamo consci del rischio che si andava a correre: anomalie di segno opposto. Ecco, appena è arrivato giugno si è scatenato il caldo. Il caldo africano, non un caldo qualsiasi.
Era facile prevedere i temporali ai minimi sbuffi d’aria fresca. Ma forse in pochi avrebbero scommesso su fenomeni meteorologici così violenti. Qui non si sta parlando di semplici temporali, si sta parlando di vere e proprie supercelle temporalesche stile “USA”.
Prima ci sono state le piogge, abbondanti, che hanno gonfiato i corsi d’acqua e hanno provocato inondazioni. Poi i temporali, ma soprattutto le grandinate. Chicchi così grossi, vere e proprie bombe, eravamo abituati a vederle negli Stati Uniti. Invece ora ci troviamo a commentarle anche in Europa.
L’altro ieri in Germania, su Monaco e dintorni, ieri in Polonia, in Slovenia, in Croazia, in Austria. Chicchi che localmente hanno superato 10 cm di diametro provocando devastazione. Avete idea di cosa significhi avere a che fare con chicchi così grossi? Ecco, meglio non trovarsi all’aria aperta in quei momenti perché si rischia la vita. E non stiamo scherzando.
Ora siamo in attesa di un’altra, violenta ondata di caldo poi chissà. Poi speriamo che la calura non venga interrotta dal fresco perché altrimenti si tornerebbe a parlare di eventi catastrofici.