Nel corso dell’ultima settimana abbiamo affrontato varie volte il discorso delle proiezioni meteo climatiche stagionali. Abbiamo discusso delle proiezioni americane, le quali vorrebbe un inverno freddo con qualche episodio di gelo russo-siberiano, abbiamo discusso delle nostre idee in merito proponendovi come consuetudine un aggiornamento sullo stato di salute del Vortice Polare.
Oggi vogliamo dedicarci a due argomenti o meglio, a due elementi che potrebbero in qualche modo influenzare l’andamento dell’Inverno. Anzi, diciamo che alcune proiezioni statistiche mirano a individuare dei trend meteo climatici sulla base di quanto accaduto in passato. Nel caso specifico stiamo parlando del sole e dell’Enso (El Nina/El Nina, per capirci).
Partiamo dal sole. Stiamo vivendo una fase di minimo solare, attualmente abbiamo un numero di macchie solari inferiori a 50. Ricordiamoci che il ciclo solare è osservato dai numeri di macchie solari totali (SSN) e in questo particolare momento siamo vicino allo zero. Si potrebbe raffrontare tale situazioni con episodi simili del passato e ovviamente l’abbiamo fatto. Sapete cos’ha prodotto durante la stagione invernale? Mediamente un tipico scenario Nao/Ao negativo. Quindi pressione più alta al Polo Nord e frequenti discese d’aria fredda in Europa e negli Stati Uniti.
Ma ovviamente un solo elemento non basta. Quindi ci siamo concentrati anche sul cosiddetto ENSO perché spesso si fa un gran parlare di come El Nino e La Nina siano in grado di influenzare la circolazione atmosferica globale.
Quest’anno, stante gli ultimissimi aggiornamenti, dovremmo andare incontro a 6 mesi durante i quali l’ENSO dovrebbe mantenersi tra il neutro e il moderatamente caldo. Tuttavia le probabilità di una fase calda consistenza – ad oggi, giusto ripeterlo – sembrano basse. Anche in questo caso siamo andati ad analizzare, statisticamente, gli effetti di tale pattern sull’andamento dell’Inverno. E’ emerso qualcosa di molto interessante, ossia una configurazione barica emisferica non dissimile dalla precedente.
Potremmo assistere a lunghi periodi condizionati da Ao/NAo negativi, quindi con probabilità di irruzioni fredde verso le medie latitudini (in questo caso le alte pressioni potrebbero dislocarsi tra Groenlandia, Islanda e Scandinavia).
Insomma, combinando entrambi i fattori si dovrebbe propendere per un inverno freddo e nevoso. Non sappiamo in Italia, ma in varie zone d’Europa e degli Stati Uniti – a latitudini temperate – sì. Poi è chiaro, sono solamente due degli innumerevoli elementi che possono condizioni più o meno sostanzialmente la circolazione atmosferica emisferica.