Il supervulcano dei Campi Flegrei è oggetto sempre di massima attenzione, essendo entrato negli ultimi anni in una fase di fermento, per la quale è necessario un costante monitoraggio al fine di captare tutti quei possibili indizi di allarme.
Un’eventuale eruzione di questa caldera potrebbe infatti avere conseguenze a dir poco catastrofiche. Si cerca di analizzare in modo molto sccrupoloso anche il passato, considerando che la storia geologica di questo vulcano non è ancora ricostruita esattamente.
Ora è emerso un elemento nuovo, alla luce degli studi effettuati da un team internazionale di studiosi, con il contributo anche del CNR e dell’INGV. Si è infatti individuata una grande eruzione che non era nota e che si sarebbe verificata 29 mila anni fa.
In quell’epoca si era verificato un deposito di ceneri in un’ampia parte del Mediterraneo Centrale, già noto da decenni. Non si erano trovate delle prove geologiche a supporto, ma ora lo studio ha identificato quest’evento nell’ “eruzione di Masseria del Monte”.
Mettendo a confronto metodi stratigrafici, geochimici e modelli di dispersione delle ceneri, si è arrivati a ricostruire con precisione in modo simulato l’eruzione, attribuendo all’evento una magnitudo simile a quella dell’eruzione avvenuta 15 mila anni fa.
Finora erano noti solamente i due episodi eruttivi più importanti, risalenti uno a 39 mila anni fa e l’altro a 15 mila anni fa. Ora questa ricostruzione va a dimezzare il tempo medio di ricorrenza di eventi eruttivi medio-forti nell’area flegrea, da tenere in conto per stimare la pericolosità di questo vulcano misterioso.