Durante le più intense ondate di calore vi è una stretta correlazione tra meteo e richiesta di energia: quest’ultima, infatti, va di pari passo con le temperature, a causa del massiccio uso di condizionatori e ventilatori per tentare di rinfrescare edifici e capannoni nel periodo più caldo dell’anno.
Fino a qualche decennio fa il massimo consumo energetico avveniva durante le ondate di freddo invernali, mentre negli ultimi decenni il picco della richiesta energetica si è spostato in estate, a causa del meteo sempre più caldo e delle ondate di calore sempre più intense, frequenti e durature.
Nel luglio 2015, in particolare il giorno 22, si è battuto il nuovo record assoluto di richiesta energetica, pari a 60.5 GWh (un valore immenso, dettato dalle temperature estreme di quel giorno). Anche quest’anno, nella feroce ondata di caldo di fine giugno, siamo arrivati a un valore molto simile, con conseguenti blackout energetici in diverse città italiane, in particolare su Milano, durati anche una decina di ore.
In futuro, secondo uno studio “Amplification of Future Energy Demand Growth due to Climate Change” (pubblicato sulla rivista scientifica Nature) entro 2050 i consumi energetici aumenteranno tra il 25 e il 58% nel caso di scenario critico con temperature in forte aumento, mentre saranno in aumento tra l’11 e il 27% qualora riuscissimo a limitare in parte il riscaldamento globale.
La nostra rete energetica, oltre a essere in alcuni posti abbastanza vetusta, non è affatto adibita a meteo da ondate di calore come quelle degli ultimi anni, pertanto è opportuno stare attenti nelle giornate più calde dell’estate: per ovviare a tale problema è utile pensare di effettuare un investimento con pannelli fotovoltaici (per chi ha la possibilità), che diventa un vero e proprio investimento economico, visto che c’è la detrazione fiscale e successivo acquisto dell’energia da parte del sistema elettrico nazionale.
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