Alle 05:19 ora italiana di oggi 22 dicembre è iniziato ufficialmente l’inverno astronomico. Quello che si celebra ora è il solstizio, che al pari degli equinozi suddivide il moto della terra attorno al sole in 4 parti. Ogni parte consta di 3 mesi ed ogni 3 mesi abbiamo il cambio di stagione.
Dobbiamo tenere conto anche del fatto che le nostre giornate durano, per convenzione, 24 ore. L’anno, quindi 365 giorni. In realtà il nostro Pianeta, nel compiere il tragitto attorno al sole, impiega tempi leggermente diversi ed è per questo che il solstizio può verificarsi il 21 o il 22 dicembre.
Il solstizio è il momento in cui il sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica (nient’altro che quel piano immaginario che il sole percorre durante l’anno in cielo), raggiunge il punto di declinazione minima o massima.
Il solstizio d’inverno nel cielo boreale corrisponde all’estate astronomica nell’emisfero Sud. Dunque per noi che abitiamo sopra l’Equatore è il giorno più corto, per chi invece si trova nell’emisfero australe è quello più lungo.
In circostanze eccezionali il solstizio può cadere anche il 20 o il 23 dicembre. Si tratta di eventi rari, basti pensare che per il 23 dicembre occorrerà attendere (si fa per dire) il 2300. Gli anni bisestili servono a recuperare lo sfasamento del tempo perso, visto che ogni anno il solstizio tarda di circa 6 ore.
Il 21 dicembre corrisponde dunque al giorno più corto dell’anno. Non è invece, come recita anche un noto proverbio, il giorno di Santa Lucia (13 dicembre) la giornata più corta dell’anno. Tuttavia, attorno a quei giorni è il periodo in cui il sole tramonta prima.
Il solstizio d’inverno rappresentava in antichità un’occasione di feste e celebrazioni. Tra i più importanti simboli del solstizio (non solo quello invernale) abbiamo Stonehenge, il sito neolitico situato nel Wiltshire, in Inghilterra.