Sino a ieri o ieri l’altro la situazione, stato dell’atmosfera, sembrava, in linea di massima ben disegnato.
Una depressione che avrebbe fatto il suo ingresso dalla Francia centrale, attraverso la Fossa del Rodano, ed infine si sarebbe infilata sulle regioni del medio ed alto Tirreno per agire; onde arrecare una situazione di maltempo e probabili manifestazioni nevose a quote medio basse.
Queste perlomeno erano le aspettative e questo era quello che le emissioni numeriche rimarcavano sino a ieri.
Dall’analisi delle elaborazioni, emissione GFS00Z odierna, si vede in maniera molta chiara che tale depressione “transalpina” favorirà un taglio profondo nella struttura barica di alta innescando un richiamo freddo da NNE che rapidamente scivolerà, in quota, sino a raggiungere l’entroterra libico; quindi le Avanguardie desertiche .
Da qui si isolano due nuclei freddi: uno tra la Sicilia e le coste tunisine, l’altro, quello principale, tra Tunisia e Libia.
Nulla di più complicato per emettere una previsione dettagliata e chiara.
Quale potrebbero essere le conseguenze di questi due nuclei freddi?
Per prima cosa va ricordato che, sebbene si tratti di minuscole interferenze, questi “aghi” atmosferici producono forti variazioni negli equilibri barici e relativa loro struttura.
Il principale effetto è quello di erodere la “base portante” di una figura altopressoria, quindi agire lentamente sui geopotenziali e alla fine innescare una rapida reazione che solitamente porta un crollo, distesa lungo i paralleli, della struttura anticiclonica in questione. Tutto ciò sul lungo raggio.
Sul medio termine, e qui parliamo del tanto atteso prossimo fine settimana, questo “deep S shift” (profondo scivolo verso sud), potrebbe interferire sulla formazione di depressioni in area Mediterranea. Quindi ridisegnare la loro ubicazione portando delle modifiche sostanziali nella rielaborazione del disegno originale.
Un allungamento dell’asse bassopressorio con disposizione da WNW/ESE; mentre tutta la configurazione si schiaccerebbe, in maniera anomala, lungo la dorsale occidentale della nostra Penisola.
Non più figure di Lp chiuse, ideali per i contrasti termici richiesti dalla meteora neve, ma sostanziali variazioni di detto asse che potrebbero escludere dalla partita molte aree che prima erano indicate come: “zone con maggior possibilità di neve a basse quote”.
Prendiamo atto di questa situazione, lo scotto maggiore l’abbiamo pagato con l’ultima visione di questa “farfalla impazzita”, e procediamo molto cauti monitorando la situazione a vista.
Allo stato attuale molti dei parametri “ideali” che ci venivano sottoposti nei giorni scorsi e nei precedenti runs sembrano saltare.
Necessita pertanto una totale rilettura dei modelli ed un procedimento analitico, analisi previsionale, da effettuarsi tramite un “passo … passo”.