La prima settimana di marzo è stata caratterizzata da condizioni meteo sostanzialmente perturbate e temperature in linea o leggermente inferiori alle medie stagionali. Ciò dopo un periodo di 5-6 giorni dove si era manifestata un’ondata di gelo di ragguardevole imponenza.
Cosa ci possiamo attendere ora?
Come espongono i bollettini meteo, avremo un miglioramento del tempo che è già iniziato. Miglioramento che è innescato dal passaggio di un promontorio di Alta Pressione. Ma attenzione, il miglioramento “non sarà generato dall’Alta Pressione delle Azzorre”, bensì dal noto anticiclone nord africano, quello che d’estate è causa di onde di calore, per intenderci.
L’Alta Pressione africana trascinerà sull’Italia aria molto mite e le temperature saliranno sostanzialmente. Si prevedono importanti sbalzi termici tipici di questo periodo. Ma di sbalzi termici nelle prossime settimane ne avremo anche di altra natura.
Insomma, non sarà è bene non illudersi del bel tempo, non riponete in armadio il vestiario invernale perché servirà ancora, eccome se sarà utile. Dopo la mitezza non arriverà il gelo, ma tornerà il freddo. Sarà un freddo nord atlantico, forse addirittura freddo artico, quindi sentiremo la necessità di coprirci anche perché proprio le ampie variazioni termiche d’inizio primavera sono quelle che maggiormente fanno soffrire il nostro organismo.
Passando alle cose un po’ più specifiche, i modelli matematici di previsione meteo sostengono la tesi di un marzo ancor più perturbato di febbraio, con perturbazioni innescate da Vortici Depressionari a ridosso del Regno Unito, o comunque dell’Europa occidentale. Inoltre, non appena il Vortice Polare mollerà un po’ la presa (vorticità), ricordiamo che siamo prossimi al suo naturale smantellamento, potrebbero prendere piede una serie di scambi di masse d’aria secondo i meridiani di cui tanto si legge in giro (e dei quali abbiamo parlato in svariate circostanze).
Ciò potrebbe caratterizzare la stagione primaverile, con bruschi cambiamenti del tempo, probabilmente ricca di precipitazioni soprattutto nella prima parte.
Staremo a vedere che succederà, ma quella che vedremo si chiama variabilità atmosferica, e ancora lo ripetiamo, nulla ha a che fare con il Buran.