Prima i robot e poi l’uomo. È partito alla Nasa il conto alla rovescia per il ritorno alla Luna: i primi a calpestare il suolo lunare saranno dei robot, a cui poi seguiranno nuove missioni umane. A 50 anni dalla missione Apollo 11, l’agenzia americana punta di nuovo al satellite.
L’obiettivo è arrivare sulla Luna per usarla come trampolino di lancio per esplorare Marte, il Pianeta Rosso. A guidare il nuovo salto verso la Luna e poi verso Marte, attraverso il Sistema Solare, sarà Steve Clarke, nuovo amministratore per l’Esplorazione.
Nel frattempo, il mondo scientifico e le industrie sono incessantemente al lavoro per mettere a punto nuove tecnologie per portare sulla Luna strumenti e macchine che prepareranno l’avamposto per futuri equipaggi umani.
Il programma, chiamato Clps (Commercial Lunar Payload Services) prevede un’accelerazione di due o tre anni sulla tabella di marcia della NASA: i primi contratti potranno essere assegnati entro dieci anni a partire dall’inizio del 2019 e il primo robot sulla Luna dovrebbe arrivare non oltre il 31 dicembre 2021.
Si lavora contemporaneamente al progetto di una stazione spaziale in orbita lunare, chiamata Lop-G (Lunar Orbital Platform-Gateway) e la cui realizzazione potrebbe prendere il via nel 2022: un progetto internazionale che dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale Internazionale.
Poi si prevede nel passo successivo la realizzazione veicolo interplanetario del chiamato Deep Space Transport (Dst), in grado di trasportare equipaggi umani e considerato un vero e proprio trampolino per l’esplorazione di Marte. Il progetto, presentato di recente, dovrebbe essere realizzato a partire dal 2027.