Molti accaniti appassionati della meteo, amanti del freddo principalmente, si lamentano per questa situazione “atipica” che vede un’alta pressione ben piazzato sulla nostra Penisola (meglio sul bacino centrale del Mediterraneo), resistere ad ogni tentativo di intrusione ciclonica (saccature atlantiche) e non reagire a nessuna legge della termodinamica.
A quanto pare diverse cose, con estrema gradualità, sono pronte a cambiare. La stessa circolazione (bloccata in ambito dell’ Europa centrale) pare voglia alleggerirsi della presenza “tropicale” ed iniziare un primo stadio di erosione della struttura altopressoria, non prima di 8/9 gg, da nord a sud (o da nord est verso sud est).
Questa rappresenterebbe la prima avvisaglia per un più chiaro cambiamento ed un passo, senza dubbio più fermo, verso il semestre freddo.
Non possiamo dire che entrerà di diritto “l’inverno o il tardo autunno tipico”, molte cose ancora mancano, ma che una pista inizia ad intravedersi e che “l’ostacolo ” più grosso possiamo dire di averlo saltato non senza poche difficoltà.
Con questo editoriale, proiettato sul lungo termine, si vuol ribadire che il “concetto di ondulazione della corda atlantica” non è dettato solo dalle attività depressionarie oceaniche, ma viene spesso ricondizionato dall’attività dei vortici freddi e continentali. Come dire: se una saccatura si spinge troppo a ridosso e sulla parte sud occidentale del nostro Continente, di pari passo un vortice freddo lavora sulla parte nord orientale; quindi l’arco dell’ondulazione (promontorio) viene quasi a trovarsi “bloccato” ed in posizione di stallo. Solo una congrua avvezione fredda, dai quadranti settentrionali, con rotazione successiva ad est di 30° circa, può piegare questo arco e trasformarlo in una saccatura. Veniamo quindi ad affrontare una nuova soluzione che vede un blocco ad ovest ed un altro molto più ad Oriente.
Schema ormai consolidato, che ricrea le giuste occasioni per le avvezioni fredde.
Autunno da poco iniziato, ma con grande vitalità.