Secondo i ricercatori la ciclicità dell’ENSO agiste come termo regolatore del nostro Pianeta. Negli anni di assenza di El Nino, ancor più evidente in presenza della Nina, sono state registrate significative pause nel riscaldamento globale.
Alexey Fedorov, Professore e ricercatore dell’Università di Yale, ci suggerisce anche che il riscaldamento globale non è scomparso, ma è stato mascherato dalla variabilità naturale interannuale e decadale del clima. Un fenomeno climatico ciclico come El Nino è in grado di modificare la temperatura globale durante il suo persistere, contribuendo a variazioni annuali nelle temperature medie globali. In che modo? Modulando il trasporto di calore dagli oceani tropicali all’atmosfera.
Quale esempio, i ricercatori citano il decennio 1980-1990 durante il quale abbiamo avuto forti episodi di El Nino. Il periodo successivo, caratterizzato da un’attività molto più debole, è coinciso con un allentamento del riscaldamento globale. Poi è arrivato il nuovo ciclo 2014-2016, in particolare nel corso dell’inverno 2015 c’è stato un episodio di magnitudo imponente. Non è un caso, quindi, se il 2014, 2015 e 2016 sono entrati di diritto nella graduatoria degli anni più caldi di sempre.
Per concludere, il 2017 sarà probabilmente tra i più caldi di sempre dietro – forse – solamente al 2016 e al 2015 punti.