In un contesto climatico sul lungo termine, la mitezza di questo scorcio dell’autunno costituirà un precedente di raffronto, mentre sui numeri del clima di questo trentennio non produrrà effetti vistosi.
Proponiamo un’analisi di quelli che furono la fine del mese di novembre degli anni ’80. Un periodo della recente storia meteorologica adoperato per fare raffronti e che dovrebbe indirizzarci a comprendere il nostro Clima e le tracce di un concetto di norma.
Fine novembre 1980: forte variabilità, la terza decade del mese vide una marcata avvezione calda sull’Italia, mentre gli ultimi giorni furono caratterizzati da una vigorosa ondata di freddo che proveniente dalla Russia, giunse sull’Italia dalla Porta del Rodano.
In tutta la terza decade del mese, le regioni Artiche ebbero valori termici più bassi di quelli del novembre 2006, anche di oltre 10°C alla quota di 850 hPa. Nella Russia europea si consolidavano masse d’aria molto fredda, con isoterme di -16°C a 850 hPa già dalla prima parte del periodo, che sfondavano ben sotto i -20°C il giorno 30 del mese.
Fine novembre 1981: marcato susseguirsi di onde (saccature e cunei) con variabilità termica. Nella Scandinavia si ebbero valori a 850 hPa in discesa sino a -10°C. Su tutte le regioni artiche era attiva una condizione di temperature più basse di quelle attuali. In Italia, durante un passaggio prefrontale, si toccarono anche i +12°C a 850, mentre appare moderata l’irruzione di aria artica che giunse il 30 del mese, con l’isoterma 0°C che si porterà sul Canale tra Sicilia e Malta.
Fu una terza decade tipica del fine autunno, con gelo in Russia e Scandinavia in avanzamento progressivo verso occidente, seppure caratterizzato da una buona attività delle correnti atlantiche che vennero spesso sino all’Italia.
Fine novembre 1982: si inizia con un flusso zonale marcato ma fresco, il 20 l’isoterma di 0°C a 850 hPa si porta nel nord della Germania, la -4°C nella Scozia e nel centro Scandinavia. In Italia c’erano condizioni di clima mite, con isoterme superiori ai +5°C.
Tutta la terza decade sarà mite per l’Italia, in particolare, sino al 28 c’era Alta Pressione con picchi sino a 1030 hPa (condizioni con similitudini a quella attuale). Il flusso atlantico scorreva intenso nella media ed alta Europa e nel corso del periodo si realizzarono anche delle avvezioni calde, anche se meno miti di quelle avvenute ultimamente.
Il Jet Stream a 200 hPa aveva maggiore potenza sull’Europa e transitava anche sull’Italia.
Il giorno 27 da ovest si affacciò una saccatura in transito sull’Iberia, il 28 realizzò una depressione sull’Italia, si ebbero condizioni di tempo autunnale, con precipitazioni e neve sui rilievi alpini. La temperatura alla quota di 850 hPa rimase alta, e seguì una nuova fase di Alta Pressione a matrice atlantica.
Fine novembre 1983: si aveva variabilità con presenza di una struttura di Alta Pressione tra la Penisola Iberica e le Azzorre che pulsava verso est e nord est. C’erano Correnti a Getto fortissime sull’Italia, che venivano da nord ovest, direttamente dalla Groenlandia, dove la temperatura a 850 hPa sfiorava nelle coste settentrionali i -28°C. Tuttavia a 850 hPa sull’Italia non si ebbero mai valori termici freddi, con isoterme in media prossime ai +5°C, se non superiori.
Tra il 28 ed il 30 si ebbe un peggioramento generato da una forte bassa pressione che seppur in colmamento, transitò dalla Norvegia verso la Grecia. In tal contesto si abbassarono le temperature medie e calò seriamente la pressione atmosferica anche sull’Italia
Nei 4 anni appena analizzati, abbiamo osservato la frequente presenza di un regime di alta pressione sull’Iberia che a fasi alterne, allargava la sua influenza all’Italia. Tuttavia, nelle regioni dove in questa stagione dovrebbe stazionare il gelo, si avevano valori a 850 hPa più bassi di quelli attuali, inoltre, fatto non trascurabile, le fluttuazioni delle correnti atlantiche offrivano episodi di bassa pressione anche sull’Italia.
In questo novembre le Onde di Rossby appaiono semi stazionarie.