Nei prossimi decenni le ondate di caldo diventeranno più frequenti anche nell’Artico e purtroppo durante la stagione invernale. E’ il risultato ottenuto da una ricerca condotta da un team di studiosi di varie nazionalità e che è stato pubblicato giorni fa sulla prestigiosa rivista scientifica Geophysical Reserch Letters.
Non v’è dubbio che ciò che accade nella regione artica ha importantissime ripercussioni nella circolazione del Nord Atlantico e sul getto polare. Ripercussioni che, ovviamente, si riversano anche sulle condizioni meteo climatiche dell’Europa e del Mediterraneo.
Quel che più preoccupa è che le ondate di caldo invernali sono diventate più frequenti e durature. La previsione, per i prossimi decenni, indica una ulteriore accelerazione di questo trend con inevitabile diminuzione dell’estensione del ghiaccio marino.
Ovviamente quando si parla di “caldo” dobbiamo pensare a temperature sopra media o abbondantemente sopra media, ma non alle ondate di caldo in senso stretto come accade qui da noi. Ad esempio, alla fine di dicembre del 2015 fu misurata una temperatura massima di 2,2°C nell’Artico centrale: stiamo parlando della temperatura più alta mai registrata (in questa regione) nel corso della stagione invernale.