La concentrazione di anidride carbonica in atmosferica, il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale, ha toccato livelli record, con una crescita vertiginosa ed impressionante: nel 2015 sono state raggiunte le 400 parti per milione, poi le 403,3 nel 2016 con situazione ulteriormente peggiorata nel 2017.
Le cause di questa forte impennata di anidride carbonica negli ultimi anni sono legate alla combinazione di attività umane con la forte presenza di El Niño, che a sua volta ha favorito maggiori incendi di foreste che hanno quindi contribuito meno all’assorbimento della CO2. L’anidride carbonica in atmosfera è ormai aumentata del 145% rispetto all’epoca preindustriale (prima del 1750).
La soglia di sicurezza da non superare è stata fissata a 350 ppm. Secondo gli esperti, anche se smettessimo di immettere anidride carbonica già da oggi, ci vorrebbero decine di anni per scendere al di sotto del livello critico raggiunto di oltre 400 ppm. LA CO2, insieme agli altri gas serra, è in grado di innescare una modifica senza precedenti del sistema cli,a, in sostanza un punto di non ritorno.
Siamo ai massimi da almeno 800mila anni, in base all’allarme lanciato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), agenzia dell’Onu che si occupa di meterologia. L’ultima volta che la Terra disponeva di un contenuto di CO2 superiore era dai 3 ai 5 milioni di anni fa. La temperatura allora era tra i 2 e i 3°C superiore a quella odierna e i livelli del mare da 10 a 20 volte al di sopra di quelli attuali.
Senza una riduzione drastica delle emissioni di CO2, tutte le simulazioni climatiche indicano che si andrebbe incontro a un rapido aumento della temperatura entro la fine del secolo e ben oltre la soglia stabilita dagli accordi di Parigi sul clima. In futuro la temperatura sarà nettamente più elevata e i fenomeni climatici più estremi.