Già dal secolo scorso, con le prime immagini satellitari disponibili, gli studiosi cercarono di risolvere il mistero dei lampi luminosi catturati da alcuni scatti in punti causali della Terra. Nel 1993 fu data una prima risposta al fenomeno, attribuendo i bagliori al riflesso del sole nell’oceano. Ma col passare degli anni si notò che i lampi comparivano anche in luoghi dove non c’era acqua.
Uno studio successivo più approfondito della NASA, che ha avuto luogo tra il 2015 e il 2016, ha dato una risposta definitiva: i lampi sono generati dal ghiaccio in sospensione in atmosfera a un’altitudine compresa tra 5 e 8 km.
Studiando la posizione del bagliore, la posizione del sole e il nostro pianeta, i ricercatori hanno anche scoperto che sono possibili solo in presenza di una superficie completamente liscia, come potrebbe essere ad esempio i cristalli di ghiaccio o acqua in sospensione contenuta nelle nubi. Non solo. Si è giunti alla conclusione che i lampi luminosi si verificano a latitudini specifiche in cui l’angolazione della luce solare sulla Terra coincide con l’angolazione tra la Terra e il satellite meteorologico.