Chi ha la passione per la storia, per la letteratura, avrà di certo avuto modo di leggere come il nostro Paese nel passato veniva colpito da ricorrenti carestie. Ciò documenta che anche nel passato c’era il meteo estremo, quindi la siccità e altri disastri che decimavano i raccolti.
Ai tempi di oggi, nei Paesi occidentali la carestia non c’è, nonostante siccità vi siano le tardive gelate che distruggono i prodotti della terra, nonostante la siccità.
Le abitudini alimentari nei Paesi occidentali sono cambiate rispetto ai nostri avi. Oggi abbiamo un’alimentazione che deriva da più prodotti della terra, e questa varietà attenua la percezione di disponibilità di questo o quell’alimento.
Poi ci gli scambi di merci sempre più agevolati dalla rete di trasporti, perciò anche d’estate possiamo trovare nei mercati alimentari frutta che è tipica di altre stagioni. E tutto questo viene offerto a prezzi relativamente accessibili.
Ma la siccità, comunque, genera altri problemi, come la carenza d’acqua potabile ad uso domestico, e ovviamente per l’irrigazione. Questo problema non è risolvibile con immediatezza, sono necessarie grandi opere per attenuare l’insufficienza di acqua.
Tra le regioni italiane più colpite dalla siccità c’è la Sardegna. Eppure le risorse idriche sono conservate in enormi bacini di raccolta, la cui capienza è simile a quella dell’anno scorso. Ma la situazione idrica non è omogenea, ciò perché non piove con uguaglianza. E allora i bacini idrici del nord ovest Sardegna hanno pochissima acqua, altri invece, e sono la prevalenza, ne sono colmi.
Ma non ci sono quelle opere che consentirebbero l’interconnessione tra bacini di raccolta, e quindi ci sono aree della Sardegna con ristrettezze idriche, altro no.
Ciò che emerge in Italia è che nonostante non cadano piogge nella media da oltre un anno, che non abbiamo la carestia descritta dai nostri avi.
Nell’Italia sempre criticata, quando si scopre che una certa opera, o un determinato utilizzo intensivo delle risorse idriche stia cagionando danni che potrebbero essere irreparabili, viene bloccato e si reperisce una soluzione. Ma in altri Paesi del Mondo ciò non avviene, o non è avvenuto, e allora succede che per effetto dei cambiamenti del clima, alcuni laghi, anche enormi, stiano scomparendo.
Citiamo ad esempio il grande Lago d’Aral. Un tempo era esteso come un piccolo mare, oggi è quasi prosciugato sia per ragioni naturali, ma soprattutto per una raffica di errori umani nella gestione delle acque.
Ma quello che è accaduto a tale lago non potrebbe succedere in Stati dove l’attenzione per la gestione delle acque è spasmodica come Israele.
L’ottimizzazione della gestione delle acque è reale, così che si sono sviluppate città in pieno deserto, oggi metropoli come Abu Dhabi, Doha e Dubai.
Ma la storia ci ricorda un’altra grande città, oggi una gigante metropoli: Il Cairo. Città che sopravvive da secoli e secoli grazie al suo fiume, il Nilo. La metropoli ha oltre 10milioni di abitanti nonostante sia in pieno deserto, dove la media trentennale di pioggia è di circa 30 millimetri all’anno.