L’harmattan è il vento da est-nordest che soffia nel Sahel, spingendo masse d’aria calda e secca dal Sahara verso la fascia subsahariana. Praticamente l’harmattan è l’aliseo di nordest, che nell’estate converge, intorno ai 15°-18°N, con i venti umidi provenienti dal Golfo di Guinea, dando origine alla breve stagione delle piogge in quest’area semiarida, il cui equilibrio idrico è molto precario.
In inverno normalmente la fascia di alta pressione sahariana si spinge un po’ più a sud, mentre la bassa pressione stagionale sull’Africa australe tropicale richiama le masse d’aria umida dal Golfo di Guinea verso quella parte del continente (Zambia, Zimbabwe, Tanzania, Malawi etc.), che vive così la sua stagione piovosa. Nel Sahel in questo periodo non piove praticamente mai, e gli acquazzoni tropicali interessano, neppure troppo frequenti, almeno fino a tutto febbraio, solo la fascia costiera sul Golfo di Guinea.
La stagione delle piogge nel Mali e nel Niger meridionali, preceduta dal periodo più caldo dell’anno (nell’ultima parte del quale la forte convezione dà luogo ai primi temporali), comincia quindi in tempi diversi, generalmente verso fine aprile intorno ai 10°N e metà maggio intorno ai 15°N, per terminare a fine settembre/inizio ottobre ai 15°N, quando la ITCZ, la Inter-Tropical Convergence Zone, comincia a regredire verso sud, tanto che le piogge a fine ottobre cessano anche intorno ai 10°N per lasciare spazio a un periodo (novembre e inizio dicembre) di graduale ristabilimento di condizioni asciutte, con calo delle temperature, soprattutto quelle notturne, e regime dei venti sempre più costante da NE. Da metà dicembre a metà/fine febbraio si ha la stagione fresca e asciutta, con l’harmattan che spira secco e costante da NE, fresco al mattino (il deserto è freddo nelle notti invernali, con temperature minime in genere sotto i 10°C, almeno fino ai 20°N), caldo nelle ore centrali della giornata, e il tempo quasi sempre bello, sotto l’effetto stabilizzante dell’alta pressione subtropicale. L’harmattan spira, stavolta caldissimo, anche nel periodo marzo/maggio, prima che arrivino le piogge (che in effetti intorno ai 10°-12°N iniziano già in aprile) e l’anticiclone subtropicale che origina questa “variante” agli alisei si spinga più a nord.
Questo inverno, tuttavia, la fascia del Sahel è rimasta quasi costantemente un 2°-3°C più calda del normale, e probabilmente questo porterà in primavera a un prematuro surriscaldamento dell’area (che in prospettiva, teoricamente, potrebbe far anche anticipare la stagione delle piogge), come già parrebbe indicare la tempesta di harmattan dei giorni 10 e 11 febbraio, che ha interessato soprattutto il Niger, con temperature che hanno localmente superato i 40°C, mentre le medie delle massime di febbraio non superano i 35°-36°C.
Giovedì 10 febbraio, per esempio, Niamey, la capitale, ha registrato 23,7°C di minima e 38,0°C di massima, contro medie del mese di febbraio rispettivamente 20° e 34°C. Birni-N’Konni ha toccato i 40,0°C, come pure Gaya, mentre Diffa addirittura è arrivata a 40,6°C (32°C la media delle massime di febbraio) e Tahoua si è fermata a 37,0°C. Notevoli anche i 19,5°/35,4°C di Bilma, nel nord, visto che la media delle massime di febbraio, in questa parte del paese che è la più fresca in inverno, è di 27°C, mentre quella delle minime è 13°C. Molto caldo anche in Ciad, dove la capitale N’djamena ha avuto estremi termici 23,2°/41,5°C (medie 19°/32°C, sfiorato il record di febbraio, che è 42°C).
Harmattan, polvere e gran caldo anche in Burkina, dove il 10 febbraio Ouagadougou è arrivata a 37,3°C di massima e Fada n’gourma a 37,9°C (media delle massime rispettivamente 34° e 35°C, in febbraio).
Le osservazioni del pomeriggio e della serata di venerdì 11 febbraio fanno comprendere intanto dove sia il “motore” dell’harmattan. Alle 22, ora locale, la pressione al livello del mare era infatti 1006 hpa a Gaya, nell’estremo sud del paese, 1010 hpa a Niamey, 1016 hpa ad Agadez, 1017 hpa a Bilma. La pressione era quindi sempre più alta procedendo da sud a nord, da cui gli intensi venti orientali.
Impressionano comunque soprattutto i dati di temperatura e umidità relativa. Niamey, alle 19 locali, aveva vento da NNE a 20 km/h, 36°C, 7% di ur e “polvere estesa”. A Tahoua il vento soffiava a 44 km/h, con 34°C e 6% di ur (tempo indicato: raffiche di sabbia). Zinder registrava invece 33°C, con 4% di ur e “polvere estesa”, con vento a 22 km/h. Gaya alle 19 registrava 38°C, vento a 11 km/h e “polvere estesa” (un guasto all’igrometro ha fatto mancare il dato di umidità), mentre alle 22 c’erano 34°C, 11 km/h, ur al 4% e “polvere estesa”. Diffa, nel sudest, registrava alle 19 32°C, ur al 5% e vento più modesto (7 km/h da est).
Vento caldo, secco (appena un po’ meno estremi i valori di ur) e polveroso anche più a nord. Agadez alle 19 aveva 29°C, ur 15%, E a 35 km/h, alle 22 rispettivamente 28°C, 16% e 32 km/h. Bilma alle 19 registrava 27°C, 7%, NE 22 km/h, alle 22 25°C, 10% e NE 26 km/h.
Alcuni estremi termici del Niger dell’11 febbraio, infine: Niamey 28,0°/38,4°C, Gaya 28,5°/39,7°C, Birni-N’konni 26,7°/37,7°C, Agadez 25,5°/36,3°C, Bilma 23,4°/32,5°C.