In questo 2004/2005 particolarmente siccitoso al Nord Ovest della Penisola e molto piovoso invece al Centro-Sud, un’altra regione, oltre il Piemonte occidentale, si sta distinguendo per il lungo periodo secco a cui è sottoposta: il Trentino.
Anche nella nottata odierna (28 febbraio) a Trento città sono caduti solo pochi fiocchi, mentre in altre zone del vicino Veneto, come ad esempio a Vicenza, vi sono stati accmuli nevosi di notevole intensità.
Lasciamo alle parole di Flavio Toni, nostro lettore, illustrarci la situazione a Trento.
A Trento città fino a questo momento (fine febbraio) le precipitazioni totali dall’inizio dell’anno ammontano ad 11 mm., frutto di una nevicata di circa 6 ore il 18/1 (16 cm. di neve, pari a 10 mm. di neve fusa) ed una spolverata di neve tra il 21 ed il 22/2 equivalente ad 1 mm. scarso di acqua.
In montagna resiste parzialmente l’unica neve “seria”, caduta ancora nel 2004 tra Natale e Santo Stefano, grazie alle temperature basse, che permettono anche l’uso dei “cannoni sparaneve” agli operatori turistici; mentre a fondovalle si alterna il foehn (28 episodi da metà novembre 2004) a lunghe pause anticicloniche, con inversioni termiche ed inquinanti alle stelle, soprattutto nella conca cittadina.
In Trentino è normale che gennaio e febbraio siano i mesi più secchi dell’anno, tuttavia negli ultimi anni le sempre più frequenti situazioni di blocco delle correnti atlantiche, con lunghe fasi anticicloniche alternate ad irruzioni di aria da nord, rispetto alle quali restiamo sottovento, hanno esasperato l’assenza di precipitazioni. La media del periodo 1975-1995, infatti, prevede per Trento accumuli di 55 mm. di pioggia (o neve fusa) a gennaio e 42 mm. a febbraio, mentre negli ultimi 9 anni tali valori sono risultati pari a 28,33 mm. in gennaio e 20,55 in febbraio, cioè circa metà della media ventennale precedente; inoltre, sempre negli ultimi 9 anni, per 4 volte in gennaio e 4 anche in febbraio i valori mensili non hanno superato i 3 mm., con 2 “zeri assoluti” nel gennaio 2000 e nel febbraio 2003.
Sono dati quasi da climi desertici, per fortuna finora le precipitazioni sono rientrate poi nella norma con l’arrivo del semestre caldo, con una situazione che io, esagerando un po’, definisco di tipo monsonico; tuttavia la persistenza negli anni di queste nuove configurazioni bariche mi dà un po’ da pensare, abituato com’ero a quelle degli anni ’70 ed ’80, che garantivano belle nevicate seppur alternate a fasi di bel tempo, comunque mai troppo lunghe.
Flavio Toni ci illustra quindi una situazione di persistente cambiamento climatico non limitata al solo inverno in corso. E quanto la situazione degli ultimi anni sia diversa rispetto a quella della fine degli anni ’70, lo si può capire bene leggendo questo articolo https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10400 a firma di Valter Carbone.