L’attività sismica nelle regioni centrali è sempre stata molto vivace e con frequenti eventi molto intensi, specie se paragonata alla realtà del Nord Italia. Il terremoto odierno, che ha sconvolto il cuore del Centro Italia, è stato giustamente paragonato all’evento catastrofico di 6 anni fa all’Aquila. Il sisma abruzzese del 6 aprile 2009 ebbe infatti una potenza simile (5.9 gradi della scala Richter), con oltre 300 vittime e circa 65 mila sfollati. Probabilmente non avremo un numero così grave di vittime nel terremoto che ha sconvolto oggi il Centro Italia, perché non è stata colpita nessuna grande città. Prima del terremoto abruzzese, spicca il sisma del Lazio del 22 agosto 2005, tra Anzio e Nettuno, ben avvertito anche a Roma. Ci fu anche una vittima, oltre ai danni, e soprattutto un fuggi fuggi generale dalle spiagge dei bagnanti che affollavano le coste, nel timore di un possibile tsunami.
Andando ancor più indietro, un altro sisma potente, come quello odierno, sconvolse Umbria e Marche il 26 Settembre 1997, con due potenti scosse di 5.8 e 6.1 gradi della scala Ricther, che fecero precipitare parte della volta della Basilica superiore di San Francesco d’Assisi. Si contarono 11 morti e lo sciame sismico fu lunghissimo, durato oltre un anno. Il 10 ottobre 1995 fu la volta della Toscana, con terremoto di 5.0 gradi Richter ed epicentro nella zona di Massa Carrara. Nessuna vittima per fortuna. Era invece il 24 aprile 1984 quando un nuovo terremoto, con epicentro in mare, sconvolse la costa toscana tra Livorno e Pisa, con una potenza pari a 5.7 gradi della scala Richter. Furono tre le vittime. Anche negli anni ’70 non mancarono violenti terremoti, in particolare il 25 gennaio ed il 14 giugno 1972 ad Ancona (5.4 e 5.9 gradi Richter) ed il 19 settembre 1979 in Umbria, nei pressi di Norcia (5.9 gradi Richter).