Domande lecite, alle quali risponderemo senza alcuni tentennamento. Dopotutto siamo in presenza di dati oggettivi e i dati non mentono. Ma prima di passare all’analisi nuda e cruda, serve una piccola premessa: non facciamoci trarre in inganno dalle sensazioni personali, in meteorologia servono a poco o nulla. E’ vero, le ultime 48 ore hanno visto prevalere il freddo ma se rammentate prima ancora avevamo a che fare con venti spesso meridionali che portavano temperature simil primaverili.
Ed eccoci arrivati: la risposta è che novembre è stato mite. Osservando la mappa CFSv2, su base dati NCEP, il raffronto della temperatura media mensile con la media trentennale di riferimento (1981-2010) è lampante: su tante zone d’Italia abbiamo avuto scarti positivi di 0,5-1°C. Fanno eccezione le tirreniche, la Calabria ionica, il Salento, il basso Piemonte e alcuni tratti alpini (soprattutto a ovest).
Andamento che fa letteralmente a cazzotti col resto d’Europa: se si eccettua la Francia, altrove sono state registrate temperature inferiori alla media. Non parliamo poi della Russia, perché procedendo a est – direzione Siberia – le anomalie negative fanno venire la “pelle d’oca”. Di contro proseguono le alte temperature artiche, così come si scorge volgendo lo sguardo oltre Scandinavia e Islanda.