Il dato riflette, o meglio, conferma e rincara la dose sull’andamento dell’ultimo decennio e va letteralmente a cozzare con la crescita dell’Antartide (che al contrario sembra ancora non risentire dei cambiamenti climatici globali).
Quanto emerge dalle ultime rilevazioni è l’elemento più importante tra quelli contenuti nel rapporto pubblicato recentemente dalla NASA quale sintesi dello stato del clima terrestre durante la prima metà del 2016. Come ben saprete, veniamo da 14 mesi consecutivi durante i quali la temperatura media globale del pianeta ha sgretolato record mensili di caldo. Come se ciò non bastasse, il semestre gennaio-giugno è stato il più caldo dal 1880.
Le osservazioni satellitari effettuate dal Goddard Space Flight della NASA indicano che la copertura della banchisa artica in 5 dei 6 primi mesi del 2016 superava (negativamente) i record mensili di sempre (ovvero da quando iniziarono le rilevazioni satellitari, nel 1979). L’eccezione era rappresentata dal mese di marzo.
L’estensione del ghiaccio marino artico, ora che ci troviamo nel periodo di disgelo estivo, copre il 40 per cento in meno della superficie misurata alla fine del 1970 e all’inizio del 1980. L’estensione di settembre, mese durante il quale si raggiunge il livello più basso del ciclo annuale, ha visto una contrazione con un tasso del 13,4 per cento per decennio.