Se quest’anno siamo in attesa che esploda il primo vero caldo estivo, tutt’altro avveniva invece in questi stessi giorni d’inizio maggio del 2014, quando l’Italia era al centro di un’intensa circolazione perturbata. Il maltempo fu violento tanto da causare situazioni alluvionali, come molto raramente accade in primavera inoltrata. Le Marche subirono gli effetti più devastanti delle inondazioni il 3 maggio 2014, per la fuoriuscita dagli argini di diversi corsi d’acqua, il cui deflusso verso il mare venne anche ostacolato dal vento contrario. Piogge violentissime (si parla di punte di 300 mm a ridosso dei rilievi) vennero innescate dall’occlusione perturbata, con ritornante da est-nord/est che fece cascare, anche per effetto stau, una vera e propria bomba d’acqua a ridosso dell’Appennino.
Le situazioni più gravi si registrarono sulla parte nord della provincia di Ancona tra senigalliese e bassa vallesina, per lo straripamento del fiume Cesano e la piena straordinaria del fiume Misa, parzialmente fuoriuscito dagli argini in alcuni punti e con allagamenti in molte zone, specie sulla frazione di Brugnetto. Molte persone si sono dovute rifugiare nei tetti, fra queste anche un centinaio di studenti che rimasero bloccati in due scuole di Senigallia. I soccorsi risultarono ostacolati da acqua e fango che resero impossibile la circolazione su molte strade. L’alluvione causò anche due vittime: un uomo anziano venne a mancare dopo essersi sentito male in casa a Roncitelli (frazione di Senigallia), mentre un’altra persona fu travolta dalla piena del Misa nella frazione Borgo Bicchia.