Sono state considerate 9 stazioni alpine e 15 distribuite lungo tutto lo stivale e sulle isole maggiori.
Sulla tabella (consultabile clickando sull’immagine di spalla all’articolo) sono riportate le medie mensili e annuali degli ultimi 20 anni della altezza della neve fresca con i rispettivi andamenti rispetto alle medie stesse.
Analizzando i dati in Tabella 1 si nota come per le stazioni alpine la copertura nevosa mostri un incremento lineare con la quota di circa 20 cm ogni 100 metri. Per quelle appenniniche le stazioni sulle cime presentano comportamenti molto differenti rispetto a quelle poste sulle valli, mentre la differenza in latitudine è quasi irrilevante. Se consideriamo il rateo di variazione dell’altezza nevosa questo è di circa 14 cm ogni 100 metri di quota.
Un ulteriore aspetto da sottolineare è come il trend delle precipitazioni per le stazioni alpine sia in generale anche se non rilevante diminuzione; negli Appennini tale diminuzione è presente solo per le stazioni situate oltre i 900-1000 metri, mentre le altre presentano in genere un aumento dei fenomeni nevosi in particolare per le stazioni del Sud. La diminuzione è invece più evidente in Sardegna e Sicilia.
Al contrario, il numero di giorni nevosi mostra solo andamenti riconducibili esclusivamente a variabili locali con grande variabilità delle precipitazioni pure tra stazioni poste a poca distanza tra loro (e.g. Prizzi-Enna).
La tendenza a eventi meteorologici più estremi, per cui in genere ultimamente dopo un periodo più caldo e secco succede un periodo freddo con intensi fenomeni così da favorire in egual grado stazioni poste sotto i 1000 metri, sembra essere la causa principale dei trend riscontrati.
L’analisi della distribuzione dei differenti regimi nivometrici mostra invece differenze tra le stazioni poste sopra i 1500 metri e quelle in collina o sulle valli. Le prime presentano due massimi precipitativi, uno a Dicembre e l’altro durante la Primavera (Marzo e Aprile per le Alpi, Febbraio e Marzo per gli Appennini). Le stazioni vallive hanno invece un massimo a Gennaio sulle Alpi e uno a Febbraio per quelle poste sugli Appennini.
Concludendo, possiamo affermare come, dall’analisi climatica dei valori nivologici, per stazioni poste pressoché alla stessa quota si rilevano in genere sensibili differenze dei valori dovute prevalentemente alla variegata distribuzione geografica. Analogamente mentre la persistenza della neve al suolo sia chiaramente maggiore sulle Alpi non si riscontrano sostanziali differenze nel numero di giorni nevosi tra le varie regioni.
Bibliografia: “SNOWFALL ANALYSIS OVER PENINSULAR ITALY IN RELATIONSHIP TO THE DIFFERENT TYPES OF SYNOPTIC CIRCULATION: FIRST RESULTS”
Massimiliano Fazzini, A.Giuffrida, G.Frustaci.