In questi ultimi giorni, così come spesso in passato, abbiamo fatto riferimento alla difficoltà nella quale si incappa allorquando il tempo prevedibile sia influenzato dalla presenza di gocce fredde in quota. È quello che sta accadendo in queste ultime ore ma che con tutta probabilità si ripresenterà con più forza all’inizio della settimana.
Già, perché il muro che separa un ritorno del caldo (almeno su alcune delle nostre regioni) da un severo peggioramento di stampo autunnale è molto più fragile di quanto si creda. Cerchiamo di carpirne l’essenza. Giorni or sono, quando si parlava del tempo a lungo termine, facemmo riferimento alla possibilità che una nuova goccia fredda (dopo quella che porterà le piogge nei prossimi giorni) potesse agganciare la precedente in fase di colmamento proprio sulla nostra Penisola, determinando in tal modo una recrudescenza del maltempo.
Bene, col passare dei giorni è cambiato qualcosa. Un qualcosa che ancora necessita della dovuta attenzione in quanto non ben definito neppure dai più importanti modelli di previsione. Sembra infatti che la seconda goccia fredda sia cosa certa, ma in posizione sensibilmente differente da quanto prospettato all’inizio. Quel che pare certo è che in una prima fase andrebbe a collocarsi nella stessa posizione di quella attuale, portando così maltempo sulla Penisola Iberica.
Ma la differenza sostanziale è nel movimento che viene ipotizzato a seguire. E qui vi sono enormi differenze tra i principali modelli europei e americani. Se GFS (americano) ne vede uno stazionamento in loco con espansione verso Sud che enfatizzerebbe addirittura un richiamo subtropicale sulle nostre regioni meridionali e Isole maggiori, ECMWF e DWD (entrambi europei) propongono due situazioni differenti.
Il primo disegna uno scenario molto simile a quello che interessa la nostra Penisola in queste ore, con la goccia fredda in lento movimento verso Levante ma ostacolata dal muro anticiclonico presente sui Balcani e precipitazioni destinate perlopiù ai settori occidentali (sempre in regime di correnti meridionali). Il secondo propende invece per un rapido scivolamento verso Levante (dando per certo il cedimento dell’alta pressione suddetta) della depressione in quota che poi verrebbe agganciata da un’ondulazione del Vortice Polare. Ciò significherebbe pesante peggioramento su gran parte delle regioni con correnti prevalentemente settentrionali e temperature in sensibile calo.
Come si vede risulta piuttosto difficile tracciare una linea di tendenza affidabile. Si potrebbe passare dall’autunno incipiente al ritorno di fiamma estivo al Centro Sud. Riteniamo che tutto dipenderà dalla forza e tenuta del campo di alta pressione presente sui Balcani. Si tratta di una figura matura che potrebbe subire gli effetti deleteri del peggioramento di questi giorni. Tuttavia è bene non dare nulla per scontato e solo dal prossimo weekend si avrà un’idea più precisa circa il destino meteorologico della nuova settimana