Appena ieri proponemmo un’analisi ai due principali modelli elaborati dai maggiori centri di calcolo mondiale: ECMWF e GFS. L’osservazione delle mappe riferite alla data del 16 dicembre mostrava due linee di tendenza diametralmente opposte, anche se aventi in comune il ruolo fondamentale svolto dal posizionamento dell’alta pressione delle Azzorre. Certamente più mite quella proposta dal modello americano, ma evidentemente, come accade normalmente, si trattava di un’emissione “caldofila”, un membro votato alla ripresa termica per via di una caduta pressoria notevole nei pressi dello Stretto di Gibilterra.
A circa 24 ore di distanza sembrava opportuno mettere nuovamente a confronto i due modelli, onde valutare le novità che, come prevedibile, era lecito attendersi. Perché se il centro di calcolo britannico è pressoché inamovibile dalla posizione espressa ieri, quello americano propone oggi un’emissione similare al collega d’oltre Atlantico, disegnando, al giro di boa mensile, scenari invernali sul Mediterraneo Centro Orientale.
Prendiamo dapprima in considerazione la carta ECMWF relativa ai geopotenziali alla quota di riferimento 500 hPa previsti per le ore 00 del 16 dicembre 2005. Si può chiaramente notare l’imponente spinta dinamica dell’alta pressione delle Azzorre fin verso le coste occidentali della Groenlandia. Una progressione che determinerà l’allungamento verso Sud del Vortice Polare, pilotando verso le nostre regioni intense correnti settentrionali di matrice Polare Marittima. Importante evidenziare la decisa caduta di geopotenziali sul Mediterraneo orientale, con sensibile raffreddamento in sede balcanica.
Passando in rassegna la mappa GFS relativa ai geopotenziali e le temperature alla quota di 500 hPa sempre per le ore 00 del 16 dicembre, si può notare quasi una perfetta sovrapponibilità con la corrispettiva europea. Ma se si osserva con attenzione si possono individuare delle piccole ma importanti differenze. GFS propone infatti geopotenziali leggermente più elevati sulle nostre regioni occidentali ed al Sud, mentre la spinta del Vortice Canadese sembra essere più decisa ed orientale, determinando un maggiore schiacciamento del lato occidentale dell’alta pressione oceanica.