Esteso tra 21° e 27°N, quindi attraversato dal Tropico del Cancro, su una superficie di 144.000 kmq, il Bangla Desh, l’ex Pakistan orientale, è uno stato interamente pianeggiante posto immediatamente a nordest rispetto alla penisola indiana.
Non è una pianura qualsiasi quella bengalese, che il nostro stato divide con il Bengala occidentale indiano (dove si trova Calcutta), in quanto trattasi di una vasta pianura alluvionale, formata dalle foci congiunte del Brahmaputra e del Gange, che la inondano periodicamente con le loro piene, fertilizzando il terreno ma portando anche morte e distruzione quando le inondazioni sono particolarmente violente. Questo avviene quando vi è concomitanza tra piene notevoli per le grandi piogge himalayane, piogge molto copiose sul posto per effetto dei cicloni tropicali, venti forti meridionali che ostacolano il deflusso delle acque verso il mare aperto.
I monsoni determinano l’andamento delle stagioni nel Bangla Desh, paese caratterizzato quasi interamente da clima tropicale con estate umida. Il monsone estivo trae le sue origini con il forte riscaldamento primaverile delle pianura bengalese ma anche di quella del Gange e, oltre l’Himalaya, delle pianure interne dell’Asia centrale. Se in aprile abbiamo solo sporadici temporali termoconvettivi, con accumuli mensili intorno ai 100 mm, in maggio la frequenza di tali episodi comincia ad aumentare e dopo la metà del mese la differenza di pressione è tale da richiamare un flusso ormai costante di correnti meridionali che trasportano grandi quantità di umidità verso la terraferma: è il monsone di sudovest. Il caldo intenso facilita i moti convettivi quindi in seno a queste masse d’aria umida che causano intensa nuvolosità si generano con sempre maggiore frequenza temporali, soprattutto pomeridiani, con piogge non di rado a carattere di nubifragio.
Da giugno ad agosto il monsone è al culmine e le piogge sono ovunque nel paese superiori ai 350-400 mm/mese, mentre il caldo è meno intenso, perlomeno durante il giorno, che ad aprile-maggio nelle ore diurne per la maggiore nuvolosità e i temporanei raffrescamenti portati dagli acquazzoni. Fa tuttavia sempre molto caldo nelle notti, quando la copertura nuvolosa riduce la perdita di calore per irraggiamento, e l’umidità relativa, salita a livelli molto alti, spesso alla saturazione, rende il caldo afoso, quindi difficilmente sopportabile. Le temperature medie al livello del mare sono tra 28° e 29°C (qualche decimo in meno sulla costa) nel cuore della stagione monsonica, uguali o appena inferiori a quelle del periodo aprile/maggio, ma mentre in aprile l’escursione giornaliera è intorno a 10°/11°C (e le massime sono quindi spesso oltre i 35°C), in luglio/agosto essa si riduce a circa 5°/6°C.
Le piogge monsoniche sono più abbondanti all’estremità nordorientale del paese, dove si alzano i primi rilievi dei Monti Khasi, sulle cui pendici, ma ormai in Meghalaya, ovvero in territorio indiano, si superano localmente i 10 metri/anno, con apporti oltre i 2000 mm/mese nel periodo estivo.
Verso la fine di agosto, quando la temperatura del mare nel Golfo del Bengala è ai massimi annui, inizia la stagione dei Cicloni del Bengala. Le tempeste tropicali si abbattono con violenza sul fragile tessuto sociale ed edilizio del paese, il cui reddito procapite è molto basso, devastandolo, con notevoli perdite di vite umane, sia dirette (per gli effetti della tempesta) sia indirette (per la distruzione dei raccolti). La stagione dei cicloni prosegue nel mese di settembre, mantenendo così alte le medie pluviometriche di un mese in cui, con la terra che inizia a raffreddarsi e il mare al contrario ai massimi termici, il monsone tende a diminuire d’intensità e a perdere costanza, per terminare nella prima metà di ottobre.
Se in ottobre fa ancora abbastanza caldo da innescare moti convettivi favorevoli a una notevole cumulogenesi, con connessa attività temporalesca ormai però svincolata dal monsone ormai esaurito (periodo intermonsonico, che si prolunga fino ai primi di novembre; in ottobre cadono tra 150 e 250 mm nel paese), procedendo verso l’inverno è il monsone asciutto di nordest che gradualmente diventa protagonista. Come è noto esso si origina nelle fredde distese continentali della Siberia, dove l’alta termica che si forma produce venti freddi e secchi che partono alla conquista di quasi tutta l’Asia centro-orientale. Nel loro lungo cammino verso SW i venti da NE incontrano il Tibet e quindi l’Himalaya, e più a est i rilievi dello Yunnan (che superano comunque i 5000 m), discendendo ancora più asciutti ma fortemente riscaldati per effetto favonico sui versanti opposti, apportando quindi nella pianura bengalese un tempo molto asciutto con netta prevalenza di giornate di sole, bassa umidità relativa (almeno nelle zone interne) e forti escursioni giornaliere, attenuate nelle zone marittime. In gennaio nelle pianure interne la temperatura media è intorno 18°/19°C (sulla costa, nel sudest del paese, si superano i 20°C), con escursioni giornaliere mediamente di 12°/13°C.
Nei mesi da dicembre a febbraio cadono quindi ovunque meno di 20 mm/mese in Bangla Desh, ma anche in marzo piove molto poco, pur se l’incremento delle temperature e l’attenuazione del monsone di NE rendono leggermente più probabile qualche infiltrazione di aria umida da sud o qualche temporale termoconvettivo, con accumuli mensili non superiori ai 50 mm. E’ il periodo dai primi di aprile alla metà di maggio quello più prettamente intermonsonico, con il monsone di NE ormai esaurito, le temperature che crescono rapidamente e la possibilità di temporali e rovesci, ancora in genere brevi, va gradualmente aumentando, tanto che l’accumulo mensile di aprile è intorno ai 100 mm, come già accennato.
Anche se la stagione monsonica vera e propria dura solo 3-4 mesi, la buona piovosità dei periodi intermonsonici riduce a soli 4 mesi (metà novembre / metà marzo) la stagione secca. Nelle zone orientali del paese, dove la vicinanza dei rilievi oltre i confini con India e Myanmar facilita la convezione, soltanto da dicembre a febbraio si rimane sotto i 50 mm/mese e questo permette lo sviluppo anche della foresta pluviale, mentre a ovest il bioma dominante è quello della savana.
Chittagong (22,4°N), nel settore sudest del paese a pochi km dal mare, rappresenta proprio la zona con stagione secca più breve, visto che da dicembre a febbraio cadono 31 mm complessivi (7 in gennaio), ma a novembre e marzo già 59 e 54. Da aprile a ottobre si sta sempre oltre i 110 mm/mese, ma è da giugno a settembre che il monsone apporta le sue piogge torrenziali, con i 284 mm di settembre che sono tanti, ma impallidiscono rispetto ai 719 di luglio. Totale annuo 2911 mm. Temperature medie, in °C: gennaio 19,9°, maggio 28,4°, luglio 27,6°, ottobre 27,4°, anno 25,6°:
Piove meno nella capitale Dacca (23,8°N), dove i mm sono 1997 in un anno. Secco da novembre a febbraio (64 mm in 4 mesi, 6 in dicembre), poco piovoso in marzo (58 mm), il clima si fa umido in aprile-maggio (115 e 267 mm) e ancor più da giugno ad agosto (tutti oltre 300 mm, luglio 399). Le piogge sono ancora copiose in settembre (256 mm), mentre scemano in ottobre (164). Temperature medie, comprese quelle di minime e massime, in °C: gennaio 18,8°/12,1°/25,4°, aprile 28,7°/23,5°/33,8°, maggio 28,8°/24,7°/32,9°, luglio 28,6°/26,1°/31,0°; ottobre 27,3°/23,6°/31,0°, anno 25,8°/21,2°/30,3°. Abbiamo la solita evidenza del diverso tipo di caldo tra aprile (ancora asciutto, quindi torrido) e luglio (afoso, come tutta l’estate bengalese), con maggio in posizione intermedia, che ci viene comunicata dalle variazioni dell’escursione giornaliera, davvero minima nei mesi estivi, con la intensa nuvolosità.
Rangpur si trova nel nordovest del paese (25,7°N). Vi cadono 2218 mm/anno di piogge, con secco da novembre a febbraio (34 mm totali, 1 in dicembre) ma anche in marzo (34 mm), piogge sporadiche in aprile (82 mm), copiose da maggio a settembre (tutti oltre 270 mm, record in giugno con 521), in calo in ottobre (164). Allontanandosi dal mare e dal Tropico aumenta l’escursione stagionale: gennaio 17,1°; maggio 27,5°; luglio 28,8°; agosto 29,1°, ottobre 26,4°. Avendo qui il monsone il culmine in giugno, la nuvolosità estiva diminuisce e i mesi più caldi diventano luglio e agosto.
Situazione simile a Mymensingh, nel nordest (24,7°N), che riceve 2245 mm/anno, che vanno aumentando a nord della città, avvicinandosi ai Monti Khasi, che esaltano i moti convettivi. Il regime è lo stesso di Rangpur, con minimo in dicembre (1 mm), stagione secca da novembre a marzo (tutti sotto i 45 mm), massimo in giugno (487 mm), stagione molto piovosa da maggio a settembre (tutti oltre 260 mm).
https://www.bangladeshonline.com/tourism/ e https://www.bangladesh.com/ sono due utili siti Internet per informazioni sul paese. Dietro alle immagini di cicloni e inondazioni e all’instabilità politica, si nasconde un paese sorprendentemente bello e lussureggiante, con una ricca storia e una varietà di luoghi interessanti. Per iniziare, si possono visitare siti archeologici che risalgono a più di 2000 anni fa, scoprire la spiaggia più lunga e la foresta di mangrovie più grande del mondo (quella del Sundarbans, 140.000 ettari complessivi, nei quali vive anche la tigre del Bengala), oppure visitare le decadenti tenute dei maragià del XIX secolo, in stile ‘Via col Vento’.
Luoghi interessanti sono il centro religioso di Bagerhat, dove sorge l’antica cittadella del XV secolo, e le rovine del monastero buddista di Paharpur.
Nonostante sia fra i paesi più densamente popolati al mondo, il Bangladesh rurale è molto rilassante, spazioso e amichevole. I viaggiatori provenienti dall’India rimangono in genere piacevolmente sorpresi nell’incontrare ufficiali alla frontiera che offrono loro una tazza di tè invece che una montagna di moduli da compilare. Il paese non dispone di molte attrezzature turistiche, ma se avete uno spirito indipendente, è interessante evitare le folle dirette in India e in Nepal e seguire il vecchio slogan dell’ente turistico del Bangladesh: “Venite in Bangladesh prima dei turisti”.