Prima di addentrarci nei dettagli, rammentiamo al lettore che i cicloni tropicali con venti che raggiungono o superano 120 km/h (media al minuto) vengono definiti uragani nel comparto Atlantico e tifoni nel comparto Pacifico. Ciò non toglie che il fenomeno meteorologico sia lo stesso.
I tifoni sono aumentati esponenzialmente nel mese di luglio 2015 in tutto il Pacifico settentrionale. Il Super Tifone Chan-Hom, che ha impattato la Cina il 10 luglio, ed è diventato il più intenso abbattutosi in zona da 35 anni a questa parte. Il Super Tifone Nangka, fortunatamente indebolito ora con venti che soffiano a 120 chilometri all’ora, sta raggiungendo il Giappone.
In totale, da fine maggio ad oggi si sono sviluppati sette cicloni tropicali in questa regione: si tratta del nuovo record assoluto. Se ci spostiamo verso est, nelle regioni centrale e orientale del Pacifico, abbiamo altri tre cicloni tropicali formatisi in prossimità delle isole Hawaii: Ela, Halola e Iune.
Sommano le due attività abbiamo un totale di otto cicloni tropicali e un numero imprecisato di tempeste. Se si considera l’intero Pacifico settentrionale con le tre regioni (occidentale, centrale e orientale), abbiamo un totale di 19 cicloni tropicali dall’inizio dell’anno. Inoltre, se si considera l’intensità e la persistenza, il risultato è il 321% in più dell’attività normale e anche in questo caso siamo difronte a un nuovo record.
Se si considera l’attività congiunta del nord Pacifico e del nord Atlantico, abbiamo 11 tempeste tropicali nel solo mese di luglio e anche questo è un altro record. L’attività ciclonica così marcata nasce dall’accumulo di acqua calda che si sta verificando nel Pacifico equatoriale, con anomalie termiche positive soprattutto sul settore orientale. Per intenderci: abbiamo condizioni di El Nino molto marcate. Le ultime proiezioni sull’evoluzione de El Nino non sono per niente incoraggianti: secondo ECMWF, col modello specifico IFS, si starebbe andando incontro a un episodio de El Nino d’intensità mai vista prima.