L’articolo intende evidenziare considerazioni e opinioni su una scoperta che ha indicato una diminuzione della salinità dell’acque marine dell’alto Atlantico, ad est di Terranova, da cui ne deriva una diminuzione della velocità di affondo delle acque superficiali per altro misurata da alcuni scienziati. Si tratta di notizie pubblicate parecchio tempo fa dal Meteo Giornale.
Da circa un anno, il Meteo Giornale è oggetto di e-mail, lettere firmate e persino missive spedite per raccomandata, che indicano per il futuro del Pianeta scenari degni di The Day After Tomorrow.
Come probabilmente saprete, la trama del film americano raccontava l’improvvisa paralisi della Corrente del Golfo, con conseguente rapido raffreddamento di gran parte del Pianeta in tempi e intensità fantascientifici.
Ma la fantascienza affascina anche gli appassionati di meteo, ciò emerge dalla sempre più sicurezza di taluni, anche con elevati titoli di studio nel settore scientifico, che vedono per il prossimo inverno estrema rigidezza al pari di quello che furono gli anni della Piccola Era Glaciale. Taluni hanno invitato amici e parenti all’acquisto di mutandoni di lana per ripararsi dal freddo!
Fantameteo, Fantaclimatologia sono dei temi che in passato hanno preso molte ore del mio tempo, sono temi che appassionano, ma non sono reali, e talvolta neppure realistici.
E’ pretenzioso affermare che le Correnti Atlantiche interessano con minore rilevanza del passato l’Italia per la diminuzione di intensità della Corrente del Golfo. Nessuna pubblicazione scientifica avvalora questa teoria, perciò il singolo, che sia esso scienziato in fisica o appassionato di meteorologia e climatologia, con i soli strumenti derivanti dalle sue sensazioni, non può “misurare” lo stallo della Corrente del Golfo.
Personalmente non ho spiegazioni sulla diminuzione del numero di perturbazioni atlantiche che vengono sull’Italia, intendendo per perturbazioni, la rassegna di famiglie di fronti rappresentate anche nei libri di geografia.
Alcuni Istituti di Ricerca, esempio il CNR, indicano in atto uno spostamento verso nord delle masse di aria tropicale. Una teoria non gradita da taluni, ma che potrebbe rappresentare la maggiore verità, in virtù di altri elementi.
La Corrente del Golfo influenza il clima europeo nella stagione fredda, mentre in quella calda non si osservano sostanziali influenze, se non quelle derivanti dagli inverni miti e senza ghiaccio fino a latitudini molto settentrionali.
Siamo prossimi alla stagione fredda, a parità di latitudine, si voglia anche per l’influenza di vaste aree continentali, di correnti marine fredde, in Europa farà molto più caldo che altrove.
Nell’inverno 2004/2005 nelle Isole Britanniche si sono avute meno nevicate di quanto succedeva un tempo: questa vasta regione ottiene un prioritario beneficio dalla Corrente del Golfo che in sua assenza, inevitabilmente, sarebbe investita da terribili tempeste di neve e gelo permanente.
A Londra la temperatura invernale fa davvero fatica ad andare sotto gli 0°C anche di notte e negli ultimi 12 mesi non c’è mai stata una temperatura massima inferiore a 0°C. Anche Parigi, città più soggetta al freddo invernale rispetto a Londra, ha avuto appena due massime di 0°C e mai sotto gli 0°C. Eppure in Francia si sono avuti ingenti nevicate e forte maltempo.
Ad Halifax, Nuova Scozia, siamo nell’est del Nord America a solo 45° di latitudine nord, per intenderci quella di Milano, Torino e Venezia, lo scorso inverno le temperature massime del culmine della stagione invernale sono state sotto gli 0°C per settimane e settimane, con punte di -16°C di massima. La città è posta nel settore più mite dell’Isola, sulla costa e ben evidenzia che cosa può essere un inverno senza Corrente del Golfo.
Negli anni ’60, nel 1929, nel 1956, ma anche nel 1985, ed anche nel 1996, su molte regioni d’Europa, Italia compresa, si sono avuti lunghi periodi di gelo che semmai venissero il prossimo inverno non giustificherebbero alcuna teoria dell’avvenuto blocco della Corrente del Golfo.
Il blocco della Corrente del Golfo, semmai avvenisse realmente, avrebbe su buona parte dell’Europa effetti devastanti, causerebbe grandi difficoltà e probabilmente la morte di molti esseri viventi, gelerebbe i porti e i fiumi per svariati mesi oltre i 45/50° di latitudine nord, sulle terre emerse e nei mari gelati, si accumulerebbero anche uno o due metri di neve, avanzerebbero i nostri ghiacciai. Altro che influenza dei polli!
Per la passione che anche io nutro per la fantaclimatologia, in futuro dedicherò una rassegna di articoli sul tema di The Day After Tomorrow. Ma lo dico, sarà fantasia anche credibile, non realtà.