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Centro Europa: dai primi violenti temporali al ritorno della neve in collina

di Massimo Aceti
29 Apr 2015 - 11:32
in Senza categoria
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La stagione calda sta prendendo forma sul continente europeo, non solo per le temperature elevate che si sono già raggiunte in più di mezzo continente e di cui vi abbiamo dato ampiamente conto, ma anche per i primi forti temporali che si sono scatenati nelle regioni centrali europee.

La stagione calda nel Centro Europa è infatti anche la stagione delle piogge, i massimi pluviometrici si toccano solitamente nei tre mesi estivi, ma già da maggio le precipitazioni, spesso temporalesche, cominciano ad aumentare.

Questo tipo di andamento climatico lo ritroviamo in tutte le principali città di quest’area geografica molto ampia, da Zurigo a Monaco di Baviera, da Berlino a Varsavia, da Praga a Vienna e solo lievemente attenuato, con massimi talvolta tra maggio e giugno, da Budapest scendendo lungo i Balcani.

Tra il 27 e il 28 aprile abbiamo assistito al primo vasto fronte temporalesco che è transitato con il tipico asse disposto da sud-ovest verso nord-est tra la Svizzera, la Germania meridionale e la Polonia. L’asse l’abbiamo definito tipico in quanto i temporali si sviluppano sul lato ascendente delle saccature atlantiche, quando l’arrivo dell’aria fresca oceanica scalza il substrato caldo.

I temporali più violenti si sono scatenati il 27 aprile nei cantoni svizzeri del Jura, di Soletta e di San Gallo, e in alcuni distretti tedeschi, tra la Foresta Nera e la Svevia, ed in Sassonia. Il 28 aprile l’avanzare della saccatura verso est ha portato i temporali a coinvolgere maggiormente la Polonia, ad arrivare fin sulle Repubbliche Baltiche e in parte dei Balcani.

Nemmeno l’Italia è rimasta esente da questo passaggio perturbato, prima con piogge diffuse e ingenti al Nord Ovest, poi con un fronte temporalesco che è transitato sul Nord-Est e piogge al Centro-Sud.

I temporali sono stati talvolta accompagnati da grandine, specie tra Svizzera e Germania, dove non sono mancati eventi rilevanti, con grandinate abbondanti e chicchi che in qualche caso hanno superato i 3 cm di diametro, causando anche danni materiali.

Ingenti grandinate nella regione tedesca della Foresta Nera, foto da twitter@unwetteralarm

Riguardo i quantitativi di pioggia caduta, tra il 27 e il 28 aprile troviamo i massimi in Svizzera, con 70 mm a Delemont, 62 a San Gallo, 58 a Langnau Im Emmental, 57 a Cham, 45 a Zurigo. Tra le località svizzere si insinua l’italianissima Guidonia (Lazio) con i suoi 45 mm.

Nelle 24 ore successive le maggiori piogge si sono spostate ad Est e in particolare in Romania, con 41 mm a Paltinis Sibiu, 39 a Rimnicu Vilcea, 33 a Holod. Ancora piogge ingenti sulle regioni tirreniche italiane, 29 mm sono caduti a Bonifati (Calabria) e 28 a Napoli.

Drastico calo della quota neve durante la giornata del 28 aprile sulle montagne europee. Prendiamo ad esempio il Lysa Hora, montagna ceca a 1324 metri di quota, dove la temperatura dopo aver raggiunto una massima di 12,2°C in mattinata, con la rotazione dei venti da sud/sud-est a nord/nord-ovest, è crollata fino a -3,7°C verso mezzanotte e con la pioggia che si è trasformata in neve. E le nevicate, nella zona dei Monti Metalliferi, tra Germania e Repubblica Ceca, sono scese addirittura fino a 700 metri di quota.

Nevicata in Sassonia (Germania) a quota 700 metri, foto da facebook/UnWetterNetzwerk

Ora l’aria piuttosto fredda giunta sulla regione centrale europea spegnerà le velleità temporalesche per qualche giorno, ma l’occasione per l’esplosione di violenti temporali, ancora più forti di quelli osservati in questi ultimi giorni, sarà rimandata di poco, a quando un cuneo di alta pressione africana tenterà l’assalto al continente europeo, ma sarà “instabilizzato” ad ovest dalle correnti umide della Depressione d’Islanda.

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