L’evoluzione generale
Trascorsi due giorni dall’ultimo editoriale concernente il long-range, ci proiettiamo al di là delle festività natalizie alla ricerca di quelli che potrebbero essere i risvolti meteorologici di fine anno sulla nostra Penisola. Con il consueto aiuto della media delle osservazioni su base GFS possiamo ancora una volta confermare la tendenza consolidata dell’alta pressione delle Azzorre ad ergersi a muro invalicabile per le miti correnti oceaniche provenienti da Ovest.
Sebbene ciò rappresenti la conferma più importante, il membro ufficiale delle ENS mostra chiaramente una tendenza al “rigido inverno” in prossimità del traguardo mensile, con inizio prefissato a ridosso della prossima festa del Natale. In tal data dovrebbe nascere quel movimento anticiclonico sopra descritto e che, se confermato nel tempo, dovrebbe riservare gelidi scenari su tutta la nostra Penisola.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
Tuttavia ci sembra opportuno rilevare anche quei membri non ufficiali che lasciano aperte differenti possibilità, anche se pur sempre votate all’irrigidimento della stagione sull’Europa Centro orientale. Un ventaglio di possibilità dettate delle variazioni dell’asse di risalita dello stesso anticiclone oceanico: dalla direzione Sudovest-Nordest, a quella diretta Sud-Nord, fino all’ipotesi di isolamento di una cellula di alta pressione tra Scandinavia, Gran Bretagna ed Islanda.
Ebbene, in un simile contesto ecco che la prima delle direttrici sopra descritte (peraltro presa in considerazione dal membro ufficiale ENS) sarebbe quella che potrebbe riservare la maggiore recrudescenza invernale in direzione del Mediterraneo Centrale, frutto di una discesa d’aria fredda dalla porzione di Russia europea laddove si riscontrerebbe la presenza di una vasta struttura depressionaria dal cuore gelido. Aria decisamente continentale che muoverebbe rapida i suoi passi verso le nostre regioni sotto tese correnti Nord orientali.
Le altre due ipotesi considerate aprirebbero la strada a diverse possibilità, tra le quali possiamo certamente contemplare o lo scivolamento dell’aria fredda verso i Balcani e poi su Grecia e Turchia (remake di anni non troppo lontani), oppure il cedimento barico in prossimità della Penisola Iberica, con scivolamento del flusso freddo principale sull’Europa Centrale. In quest’ultimo caso ecco che sul Mediterraneo si verrebbero a creare dei contrasti termici non indifferenti tra aria più fredda continentale e aria più mite di chiara origine mediterranea, con piogge al Sud ed occasioni per neve al Centro Nord.
In conclusione
Insomma, l’editoriale esprime le tendenze riscontrabili oggi alla luce delle varie possibilità offerte dalla media delle osservazioni sul lungo periodo. Quel che si evince è una chiara tendenza alla nuova perdita di stabilità sul comparto italico, con possibili risvolti assai freddi in concomitanza di fine anno.