Facciamo due chiacchiere sulle proiezioni, mirabolanti, del modello di previsione GFS. Lo si fa “pourparler”, perché in fondo la distanza temporale è talmente ampia da incidere notevolmente sull’affidabilità previsionale. Sulla base di tale premessa, è probabile che in tanti – giustamente – si stiano chiedendo quale sia il motivo di un articolo di tal genere.
Possiamo rispondervi con una semplice constatazione: è da giorni che le proiezioni di tal modello dipingono i primi freddi di stagione. Il che, statisticamente, è possibile. Ma vi sono anche altri elementi che ci portano a ritenere l’ipotesi valida, quale ad esempio la vigoria anticiclonica sul comparto oceanico. Ed è proprio la solidità dell’Alta Pressione, in spinta verso nord, che potrebbe condurci alla prima irruzione artica stagionale.
Una dinamica, la succitata, tra le più “classiche” del semestre freddo e rientrante in quegli scambi meridiani che caratterizzano – sovente – le stagioni transitorie. Se dovesse realizzarsi il quadro barico in figura (la mappa è orientata sulle frequenza del 25 ottobre), sull’Italia si avrebbe un severo calo termico che – associato alla probabile ondata di maltempo – spalancherebbe le porte alle prime nevicate a bassa quota su alcune delle nostre regioni.