C’è una spiegazione climatica, in merito al fenomeno che da decenni (le prime segnalazioni risalgono infatti agli anni Quaranta) ha tormentato gli scienziati. Non è stato infatti così semplice dare una risposta a questa domanda: come facevano centinaia di massi pesanti anche 300 chili a spostarsi da soli, sulla sabbia di un lago asciutto nella Death Valley? La risposta è stata ottenuta grazie all’uso di Gps e di un filmato in time-lapse che ha catturato un sasso mentre si spostava il 20 dicembre 2013, una giornata in cui si sono mosse oltre una sessantina di pietre.
Richard Norris, paleoceanografo della Scripps Institution di San Diego, ha infatti scoperto che di notte, in inverno, la superficie del lago asciutto si copre di uno strato di ghiaccio spesso tra 3 e 6 millimetri. Una volta che il ghiaccio si scioglie, si spezza in placche, le quali determinano lo spostamento dei sassi, pur ad una velocità di appena 2-5 metri al minuto, quasi impercettibile. Nonostante la Death Valley sia nota per il caldo infernale, su alcune zone in inverno la temperatura può scendere sotto lo zero e far ghiacciare la pochissima acqua presente.