L’evoluzione generale
Il lungo termine disegna scenari non dissimili da quelli osservabili in questo periodo, con l’alta pressione delle Azzorre sempre pronta ad ergersi a muro delle miti correnti oceaniche (trovando un prezioso alleato nell’anticiclone groenlandese) e il Vortice Polare in procinto di allungare la sua fredda mano sull’Europa Centrale e Mediterranea. Mentre ad Est prende vigore un anticiclone dinamico a carattere freddo, la cui termicizzazione repentina non rappresenterà più una chimera.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
La certezza risiede invece nel prolungamento di una fase moderatamente perturbata che a più riprese andrà ad interessare le nostre regioni Centro Settentrionali, dove in varie occasioni si potrebbero avere piogge abbondanti in pianura e nevicate in montagna. Un po’ ai margini le zone più a Sud, laddove deboli promontori anticiclonici potrebbero favorire l’assenza di precipitazioni importanti ma non certamente delle nubi.
Tuttavia, riprendendo il tema trattato in sede titolare, il filo che separa le correnti Sud occidentali da quelle più fredde Nord occidentali o comunque settentrionali appare piuttosto sottile. Molto dipenderà infatti dall’effettiva disposizione dell’alta pressione delle Azzorre che, qualora si mostrasse più incline alla Penisola Iberica piuttosto che alle coste portoghesi, favorirebbe discese perturbate artico marittime direttamente sulla nostra Penisola, con passaggio preferenziale dalla Valle del Rodano.
Ecco allora che le zone che potrebbero usufruire di condizioni termicamente peggiori e atmosferiche piovose sarebbero principalmente quelle occidentali, ossia il Nordovest ed il Tirreno Centro Settentrionale. Il profilo termico subirebbe quindi nuovi decrementi, con possibilità per nuove nevicate a quote prossime all’alta collina. Così come le Alpi e l’Appennino verrebbero interessate da abbondanti precipitazioni nevose.
In tal contesto rimarrebbero un po’ ai margini le regioni del versante Adriatico e quelle meridionali, almeno in un primo momento. Perché al passaggio delle masse d’aria fredda si può preventivare la formazione di minimi secondari la cui disposizione è pressoché impossibile da accertare in questo momento trattandosi di linee di tendenza generali. Tuttavia possiamo confermare il proseguimento del periodo perturbato per tre quarti dello stivale.
In conclusione
Quel che traspare da giorni osservando i vari modelli di previsione e le loro tendenze è il lento declino della stagione autunnale per l’ingresso progressivo di quella invernale. Certo è che il freddo di questi giorni rappresenta un nastro di partenza inaspettato e che potrebbe avere un seguito nel lungo periodo, anche se probabilmente con caratteristiche un po’ diverse.