Chi leggesse un racconto scritto nell”800 e ambientato in Europa tra l’autunno e l’inverno, avrebbe buone possibilità di imbattersi in qualche descrizione di fenomeni atmosferici simili a quelli accaduti in quest’ultima settimana di novembre. Bufere di neve e vento, ghiaccio, temperature rigidissime o abbondanti piogge un po’ più a sud, erano la norma nell’era della PEG (Piccola Era Glaciale) e costituivano un freno notevole agli scambi commerciali in un continente privo di vie di comunicazioni terrestri adatte a viaggiare in sicurezza. Oggi sono più rare e quando accadono, specie non ancora nel pieno dell’inverno, fanno notizia.
Quanto successo in questi ultimi giorni di novembre, in Francia, in Germania e nei paesi alpini e della Mitteleuropa, ci porta dunque indietro nel tempo, non rappresenta un’eccezione ma nemmeno la normalità, in un continente che dai tempi della PEG ha vissuto una palese trasformazione climatica.
Ma veniamo alla cronaca. Tra le nazioni più colpite da questa ondata di freddo e maltempo troviamo la Francia. La nazione transalpina, sebbene di norma subisca l’effetto benefico del mite flusso atlantico, rimane esposta, sia sul lato settentrionale, sia su quello orientale, alle irruzioni di aria artica o continentale. In alcune valli, specie quelle centro orientali della Mosa, della Mosella, del Reno, della Saona e del Rodano, si creano spesso le condizioni affinché si abbia grande freddo, quando l’aria fredda si adagia nel fondovalle e non viene scalzata se non dopo molti giorni dai venti dell’Atlantico. Ma questa volta il freddo è entrato violentemente dalla Manica e dal Golfo di Biscaglia e tra le località che hanno toccato le temperature più basse troviamo Mont-de-Marsan, di solito nota per i picchi di calore estivi, dove si sono raggiunti -5.9°C. La neve è caduta a Bordeaux, Tolosa, a Limoges, Lione, Digione, Mulhouse, Strasburgo, in Normandia e nella capitale Parigi. Tornando alle temperature si segnalano i -11.3°C di Le Puy, in Haute Loire, i -8.4°C di Mulhouse (l’aeroporto si trova in realtà nel sobborgo francese di Basilea), i -7.9°C di Digione. Parigi si è fermata a -3.6°C e la media settimanale (min/max) è stata di -1/+4.9°C, contro una media del periodo di +3/+9°C.
Fitte nevicate anche in Germania. A Munster il tappeto bianco ha raggiunto i 25 cm di altezza, a Monaco è sempre rimasto attorno ai 7 cm e nella Baviera meridionale attorno ai 20 cm. Tutte le principali città tedesche hanno visto cadere la neve e le temperature sono rimaste molto rigide per il periodo. In Baviera il limite dei -10°C è stato superato in molte località. All’aeroporto di Monaco si è registrata una minima di -13.1°C, mentre in città il 24 la massima si è fermata a -4.1°C e la media del periodo è rimasta circa 5°C sotto la media climatica, mentre a Berlino circa 3.
Neve e freddo anche in Austria, Svizzera, Slovenia, Rep. Ceca e Slovacchia, Polonia. Ad Innsbruck il tappeto bianco ha raggiunto i 15 cm di altezza e la temperatura i -9.6°C, con tre giornate consecutive di ghiaccio (sempre sotto lo zero). Vienna, Praga, Brno e Bratislava hanno registrato minime attorno ai -6°C, con accumuli nevosi non superiori ai 5 cm.
Rigidissime le temperature raggiunte in Svizzera: -12.3°C a Sion, -11.7°C a Zurigo, -9.6°C a Ginevra, -5.9°C a Locarno, ma anche qui la neve non è stata abbondante.
Copiose invece le nevicate che sono cadute in Slovenia: il manto bianco ha raggiunto i 32 cm a Lubiana e i 24 cm a Maribor, con temperature minime rispettivamente di -7.2 e -8.4°C.
Temperature rigide anche in Gran Bretagna, ma soprattutto vento di tempesta nel nord dell’isola. A Londra la temperatura ha raggiunto un valore estremo di -3°C, ad Aberdeen di -5°C. In Irlanda Dublino è arrivata fino a -3.2°C.
In Belgio ed Olanda le temperature minime non sono state eccezionali, ma le massime hanno spesso superato di poco gli zero gradi. Non si sono registrate comunque nelle località monitorate giornate di ghiaccio.
Il freddo, spesso accompagnato dalla neve, è stato dunque il vero protagonista di quest’ultima settimana sul continente europeo, ma non dappertutto. Ad ogni intrusione di aria da nord verso le nostre latitudini fa da contraltare una spinta di aria calda sub-tropicale verso le latitudini nordiche. Così la Groenlandia si è trovata sotto l’influsso di un anticiclone oceanico che ha portato isoterme in quota elevatissime e temperature al suolo da piena estate. La temperatura a Godthaab/Nuuk ha toccato i 18°C, 9 in più della media di luglio e la media massima dell’ultima settimana è stata di +8°C.
Ai confini sud-orientali europei la Grecia si è trovata sulla linea di confine tra l’aria fredda del nord e la rimonta calda da sud, così che se nella regione macedone il freddo si è fatto sentire, ad Atene e sulle sponde dell’Egeo le protagoniste sono state le piogge. Nella capitale ellenica sono caduti 135 mm di pioggia in tre giorni, 120 ad Alexandropoulis e oltre 200 in cinque giorni a Tripolis.