Un team internazionale di ricercatori svizzeri, tedeschi ed australiani ha approfondito tutti gli elementi che possono aver contribuito a determinare alcune eccezionali anomalie climatiche stagionali avvenute nel corso degli ultimi secoli, fra le quali spicca quella del 1816 passato alla storia come l’anno senza estate in Europa. Gli studiosi hanno preso in esame le anomalie idroclimatiche che si sono manifestate dopo 14 violente eruzioni negli ultimi 400 anni, scoprendo che nell’anno seguente alle eruzioni si è verificata una significativa diminuzione dei monsoni estivi asiatici e africani, correlata ad un incremento delle precipitazioni estive nell’Europa centromeridionale, per l’alterazione della tipica circolazione atmosferica sul comparto euro-atlantico.
Le eruzioni vulcaniche tropicali, con l’immissione di notevoli quantitativi di cenere in atmosfera, sono quindi in grado di influenzare il tipico regime delle piogge estive europee ed in ambito mediterraneo: questo è quel che emerge dallo studio pubblicato sul “Journal of Climate”. A proposito del 1816, emerge proprio come sia stato un anno immediatamente successivo a notevoli eruzioni, in particolare del vulcano indonesiano Tambora. Le notevoli anomalie climatiche distrussero in quell’estate i raccolti dell’Europa settentrionale, fecero esondare diversi fiumi e persino con la presenza di ghiaccio in agosto. In Italia in quell’anno cadde neve rossa, probabilmente dovuta alla presenza delle ceneri immesse in atmosfera dall’eruzione del Tambora. La cartina in basso mostra le anomalie termiche dell’estate 1816.