Con l’ausilio del modello europeo DWD analizziamo le prossime 120 ore, durante le quali si prevede un nuovo peggioramento delle condizioni meteorologiche sulla nostra Penisola. Analizzando con attenzione la prima carta riferita alle ore 00 di sabato 3 dicembre 2005, alla quota di riferimento di 500 hPa evidenziare due figure bariche portanti: una vasta depressione sulle isole Britanniche e l’alta pressione delle Azzorre in spinta dinamica verso il Circolo Polare Artico. Sul bacino del Mediterraneo rinforzeranno tese correnti Sud occidentali che foriere di nubi e nuove precipitazioni. L’aria fredda presente sulle regioni del Nord potrebbe favorire nevicate prossime alla pianura, specie sui settori occidentali. Sul resto della Penisola avremo un deciso incremento della nuvolosità e le prime piogge cadranno sui settori tirrenici Centro Settentrionali.
Il secondo allegato, relativo alle 24 ore successive, evidenzia un ulteriore allungamento della depressione britannica verso Sud, con disposizione delle correnti decisamente da Ovest. Se si osserva nel dettaglio la configurazione è possibile denotare una certa tendenza alla rotazione dai quadranti Nord occidentali in prossimità delle nostre regioni Nord orientali, dove si potrebbe verificare un lieve calo termico. Segnaliamo quindi il nuovo peggioramento che proprio dalla serata potrebbe interessare principalmente i settori occidentali della Penisola, in successiva estensione a quelli orientali.
Concludiamo infine con la carta relativa alle ore 00 del primo giorno della nuova settimana, quando la depressione sopraccitata risulterà in progressivo spostamento verso Est, complice la poderosa spinta dinamica dell’anticiclone delle Azzorre in fase iniziale di ripiegamento verso Nordest. Le correnti seguiteranno a provenire dai quadranti Sud occidentali, annunciando un nuovo moderato peggioramento sempre ad iniziare dai settori occidentali. Le temperature ancora relativamente basse al nord favoriranno la neve anche a quote prossime alla bassa collina, mentre sul resto d’Italia risulteranno copiose lungo tutto l’Appennino a quote via via più elevate.